Il luogo dell’incidente

Taranto: tragedia in Porto, 31enne muore schiacciato

Nuova tragedia al Porto di Taranto nel tardo pomeriggio di martedì 25 luglio. Antonio Bellanova, 31enne dipendente di Ecologica, è rimasto schiacciato da una ecoballa mentre lavorava in una stiva nell‘area del quarto sporgente.

Secondo le prime informazioni, l’incidente sarebbe avvenuto durante le operazioni di scarico da una nave battente bandiera panamense con un carico di tremila tonnellate di ecoballe. L’operaio sarebbe stato travolto e schiacciato da una di queste. Sono risultati inutili i tentativi di soccorso da parte degli operatori sanitari del 118. Sul posto sono intervenuti polizia, carabinieri, vigili del fuoco e tecnici dello Spesal per accertare dinamica e responsabilità. L’incidente si è verificato nell’area pubblica del quarto sporgente portuale, non gestita dall’ex Ilva.

Il cordoglio del sindaco Melucci – “Siamo addolorati per la perdita della giovane vita di Antonio Bellanova, che colpisce l’intera comunità, in particolare il mondo dei portuali, cui mi lega la mia storia personale e professionale. Siamo vicini alla famiglia, ai colleghi, a chiunque abbia prestato servizio sui moli al suo fianco. Verso di loro, verso ogni lavoratore che, soprattutto in questi giorni di condizioni climatiche estreme, continua a fare il proprio dovere, dobbiamo avere la massima attenzione”, ha scritto in una nota il sindaco Melucci.

Pallini (Uil Taranto): “Nostre proposte inascoltate” – “Non ci si può rassegnare di fronte a vite che si interrompono in questo modo, proprio mentre si assolve a un dovere, com’è accaduto ad Antonio. Proviamo dolore e rabbia. Le nostre proposte sono e restano estremamente chiare e non danno luogo a fraintendimenti: incremento dei controlli, maggiori assunzioni di ispettori sul lavoro e maggiori sopralluoghi ispettivi, divieto di accesso a fondi pubblici (a cominciare da quelli del PNRR) per le aziende che non rispettano gli standard di sicurezza e non applicano i contratti nazionali di lavoro sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi; maggiori investimenti in formazione e prevenzione, leggi più severe e inasprimento della pena per chi fa della sicurezza un costo anteponendo così il profitto alla vita umana. Tutte proposte rimaste inascoltate dal mondo politico e istituzionale”, afferma Pietro Pallini, coordinatore della UIL di Taranto.

Ronzoni (Uil Puglia): “Ennesima tragedia che poteva essere evitata – “Se il rispetto dei contratti nazionali e della normativa sulla sicurezza fossero una priorità per tutti, queste tragedie non accadrebbero e non saremmo qui a piangere l’ennesimo lavoratore morto mentre svolgeva il suo lavoro. Continuiamo a chiedere più sicurezza, ma il silenzio con cui vengono accolte le nostre richieste è assordante, e la strage continua. Il Governo nazionale e quello regionale non possono continuare a far finta che queste morti siano un triste dazio da pagare. Zero morti sul lavoro è l’obiettivo al quale tutti, insieme, dobbiamo tendere”, lo dichiara Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo Uil e commissario straordinario della Uil Puglia.

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