Nel processo legato al tragico incidente del 2014, in cui perse la vita Walter Litti, giovane promessa del calcio tarantino, la Corte di Cassazione ha ribaltato la sentenza di condanna emessa in Appello nei confronti dell’automobilista coinvolto.
Litti, diciannovenne, morì in un incidente avvenuto nei pressi dello stadio Erasmo Iacovone mentre si recava a un allenamento. Il giovane perse il controllo del suo motoveicolo impattando contro un’auto guidata da un cinquantenne di Taranto.
Il processo, aperto da oltre dieci anni, verteva sulla dinamica dell’incidente: secondo la difesa, l’automobilista stava eseguendo una normale manovra di svolta, mentre l’accusa sosteneva si trattasse di un’inversione a “U” vietata. Ad aprile, la Corte d’Appello di Taranto aveva ribaltato l’assoluzione di primo grado ordinando il riascolto dei consulenti tecnici. Uno di loro non aveva escluso l’ipotesi della manovra azzardata.
L’avvocato difensore dell’imputato, Mimmo Lardiello, aveva immediatamente presentato ricorso in Cassazione contestando il mancato riascolto dei testimoni oculari che avevano confermato la regolarità della condotta dell’imputato. La difesa aveva inoltre evidenziato altre irregolarità processuali.
Lo scorso 23 ottobre, la IV sezione penale della Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la condanna e disponendo il rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello di Taranto. Si apre così un nuovo capitolo in una vicenda giudiziaria che ha suscitato commozione e divisioni nella comunità sin dal principio.
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