Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), attraverso il segretario generale Donato Capece, ha espresso gratitudine al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per aver dedicato attenzione alla realtà delle carceri italiane durante il discorso di fine anno. Capece ha sottolineato l’importanza di affrontare non solo le difficili condizioni di detenzione, ma anche quelle di lavoro del personale di Polizia penitenziaria, spesso vittima di aggressioni e violenze da parte di una minoranza della popolazione detenuta.
Il SAPPE ha avanzato una proposta per riformare il sistema penitenziario, articolandolo in tre livelli. Il primo prevedrebbe pene alternative al carcere per reati meno gravi con condanne fino a tre anni, come la “messa alla prova”. Il secondo riguarderebbe le pene superiori ai tre anni, con un sistema carcerario meno affollato grazie alla riduzione della custodia cautelare e al trasferimento di alcuni detenuti al primo livello. Il terzo livello sarebbe riservato ai reati più gravi, con istituti di massima sicurezza in cui il contenimento è prioritario.
Capece ha evidenziato che il sovraffollamento delle carceri è un problema storico condiviso da molti Paesi europei, ma in Italia il sistema repressivo colpisce soprattutto la criminalità organizzata e le fasce più vulnerabili della popolazione. Secondo il SAPPE, è necessario ripensare l’esecuzione penale, distinguendo i reati che richiedono il carcere da quelli per cui possono essere adottate misure alternative.
Infine, Capece ha ribadito l’impegno del Corpo di Polizia Penitenziaria, ricordando il motto araldico “Despondere spem munus nostrum” (garantire la speranza è il nostro compito). Questo impegno, ha concluso, viene portato avanti con professionalità e umanità in un contesto estremamente complesso.
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