Si è definito un “semplice esecutore degli ordini di Francesco Porcelli” ed ha ammesso le contestazioni Enrico Danese, uno dei 31 indagati coinvolti nell’inchiesta della Procura di Bari sulle ‘cartiere’ bitontine che avrebbero emesso migliaia di fatture per operazioni inesistenti per permettere ad aziende compiacenti di evadere l’Iva.
Le accuse a vario titolo sono associazione per delinquere, emissione di fatture false e riciclaggio. Danese, assistito dall’avvocato Vittorio Gironda, oggi si è sottoposto a interrogatorio davanti alla gip Paola Angela De Santis, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare con cui ieri in quattro sono finiti ai domiciliari (Luigi D’Armento, Antonello Savino, Francesco Porcelli e Gaetano Finestrone) e in due (Danese e Nicola Garofalo) sono stati interdetti.
Danese e Garofalo, considerati dalla Procura organizzatori dell’associazione a delinquere (entrambi titolari delle due ditte individuali che portano i loro nomi, considerate dalla Procura delle ‘cartiere’), sarebbero anche stati gli intestatari dei conti correnti utilizzati per incassare le somme bonificate dai clienti per le operazioni.
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