BARI – Una struttura organizzativa di tipo camorristico. Il contesto mafioso è in continua evoluzione, destabilizzato da frequenti spaccature dovute all’ansia delle nuove leve di ritagliarsi più ampi spazi in contrapposizione alle pretese dei vecchi boss tornati in libertà di riacquistare il loro prestigio criminale. È questa la fotografia della criminalità organizzata del capoluogo pugliese scattata dalla relazione sul primo semestre del 2022.
Nell’area metropolitana di Bari – si legge nel report – le quattro organizzazioni storiche, Parisi – Palermiti, Capriati, Strisciuglio e Diomede/ex Mercadante, estendono le loro ramificazioni anche in provincia garantendo una discreta autonomia. Tra questi i Misceo, i Montani, gli Anemolo, i Fiore – Risoli, i Di Cosimo-Rafaschieri, i Lorusso e i Velluto. Riscontri giudiziari restituiscono alcune specifiche evidenze circa l’attitudine del clan Parisi a inserirsi nei circuiti economici legali per riciclare i suoi proventi illeciti. E ciò che emergerebbe anche dall’operazione Levante eseguita dalla Dia il 15 febbraio 2022. L’operatività dei numerosi gruppi di tipo mafioso anche nella provincia barese sottende una ramificazione di intrecci criminali con i clan autorevoli del capoluogo. Nel semestre in corso è emersa la contrapposizione del clan Conte, propaggine del noto clan Capriati di Bari, con il clan Cipriano per il predominio nel territorio di Bitonto, con riferimento sia allo spaccio di stupefacenti, sia alle altre illecite attività, in primis il racket delle estorsioni.
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