BRINDISI – “La città di Brindisi è ostaggio di un governo che naviga a vista, senza una visione reale per il futuro del territorio”. È dura la presa di posizione di Valentina Palmisano, europarlamentare del Movimento Cinque Stelle, e Roberto Fusco, capogruppo in consiglio comunale, dopo le recenti ipotesi di rinvio al 2030 della chiusura della centrale Enel di Cerano.
La denuncia del M5S
Secondo i due esponenti pentastellati, l’ipotesi rilanciata dal ministro Salvini e rincorsa dai vertici Enel rappresenta un grave passo indietro rispetto al processo di riconversione energetica e industriale della città. “Quello a cui stiamo assistendo è un teatrino vergognoso – attaccano – fatto di annunci e smentite, in cui il territorio viene sistematicamente ignorato”.
Nel mirino anche l’atteggiamento contraddittorio della politica locale di centrodestra: “Il deputato D’Attis un giorno critica Enel e il giorno dopo sposa la linea del rinvio. Fratelli d’Italia continua a tacere, Urso evita dichiarazioni e Brindisi resta senza certezze”, osservano.
La battaglia per la riconversione
Per il Movimento Cinque Stelle, la città ha già pagato un prezzo altissimo in termini di salute, ambiente e occupazione: “Brindisi non può più aspettare. Serve subito una riconversione industriale vera, non solo promessa, che tuteli lavoratori e comunità. Vogliamo nuove opportunità per i giovani, non un’altra generazione costretta ad andare via”.
Impegno su tutti i fronti
Palmisano e Fusco hanno ribadito che il M5S continuerà a sollevare la questione in Europa, in Parlamento e a livello locale. Nei giorni scorsi l’europarlamentare ha partecipato a un incontro pubblico a Brindisi insieme a Fusco e al responsabile cittadino del movimento Ruggiero Valzano. L’evento è stato promosso dal referente per la formazione Antonio Turco.
“Il tempo degli annunci è finito – concludono – Brindisi merita rispetto, sviluppo e una politica che guardi davvero al domani.”
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