“Ammetto gli addebiti, ma al momento mi avvalgo della facoltà di non rispondere perché ho ancora tanta confusione”. Lo ha affermato, davanti al Gip del Tribunale di Foggia, Mirko Tammaro, il 26enne che si è costituito dopo aver ucciso con a colpi di pistola Andrea Gaeta (nella foto), 20 anni, a Ortanova (Foggia). Nella mattinata di mercoledì 7 settembre si è tenuta l’udienza di convalida del fermo, durata pochi minuti. Il pubblico ministero, Dominga Petrilli, ha chiesto la permanenza in carcere per il 26enne, il Gip si è riservato di decidere nelle prossime ore.
I FATTI Nella notte tra venerdì 2 e sabato 3 settembre, Mirko Tammaro ha notato l’ex fidanzata, con cui aveva interrotto la relazione da pochi giorni, in compagnia di Andrea Gaeta e altri amici che chiacchieravano davanti a un bar. Questo avrebbe scatenato la gelosia di Tammaro, che nel corso della serata ha inoltrato diversi messaggi alla ex, alcuni anche con minacce di morte. A un certo punto, Andrea Gaeta e la comitiva hanno lasciato il bar e mentre giravano per il paese hanno incrociato l’auto di Tammaro. Quest’ultimo ha lampeggiato facendo segno di fermarsi: quando Gaeta è sceso dall’auto, Tammaro si è accorto che era in compagnia dell’ex fidanzata e a quel punto che ha sparato 4/5 colpi di pistola ferendo a morte il 20enne. Tornato a casa, ha raccontato tutto ai familiari decidendo di costituirsi per paura di ritorsioni da parte della famiglia della vittima (il padre di Andrea, Francesco Gaeta, è ritenuto al vertice dell’omonimo clan mafioso).
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