Il litigio, culminato poi nell’omicidio di Fernando Monte, 81enne residente a Castrignano dei Greci, sarebbe stato causato dalla curiosità dell’anziano di sbirciare il telefono del suo badante, Victor Josan, un 35enne di origini moldave che da anni viveva con lui e lo accudiva.
È stato proprio il badante a raccontare della colluttazione, avvenuta in casa dell’anziano in via Trieste intorno all’ora di pranzo di domenica 30 giugno, nel corso dell’interrogatorio di convalida, che si è svolto mercoledì mattina, dinanzi al gip Valeria Fedele e alla presenza del sostituto procuratore Luigi Mastroniani, titolare del fascicolo d’inchiesta, che nella notte di quella tragica domenica aveva disposto il fermo del 35enne, per il quale era stato necessario il trasferimento presso l’ospedale “V. Fazzi” di Lecce.
L’uomo, infatti, intorno alle 18 di domenica, era stato trovato in stato di shock, completamente nudo e che girovagava per casa dalla figlia della vittima, che aveva raggiunto l’abitazione del padre per una visita. Per terra, accanto al letto, c’era il corpo di Fernando Monte in una pozza di sangue, con i segni della colluttazione avvenuta poco prima.
Il 36enne al magistrato ha raccontato di aver colpito il pensionato alla nuca e in tutte le parti del corpo. Per sfogare la sua ira sull’anziano, il badante avrebbe usato proprio il telefono cellulare, ritrovato in un piatto sul tavolo della cucina, con evidenti tracce ematiche e sequestrato dai carabinieri, insieme agli indumenti del 35enne, chiusi in un sacchetto, anch’essi sporchi di sangue.
“Intorno all’ora di pranzo – avrebbe raccontato il badante moldavo – il suo telefono avrebbe ricevuto chiamate e messaggi da parte di sua sorella, che da anni vive in Ungheria. La curiosità dell’anziano, che in quel momento era a tavola insieme al 36enne, l’avrebbe portato a chiedere chi fosse. Da quel momento l’ira del badante ha fatto sì che si scagliasse contro Fernando Monte. Poi, in stato confusionale avrebbe vegliato il corpo del pensionato, fino all’arrivo della figlia, che si è ritrovata davanti la terribile scena.
«Non ho bevuto e non ho fatto uso di droghe, mi sono solo innervosito perché ha guardato il mio telefono. A pranzo ho bevuto soltanto una Coca cola”, avrebbe dichiarato Josan alla giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce Valeria Fedele che, al termine dell’interrogatorio, ha convalidato il fermo del badante 35enne, e ha disposto la custodia cautelare in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, ricorrendo i gravi indizi di colpevolezza quali la confessione e l’attività d’indagine, e le esigenze cautelari come il pericolo di reiterazione del reato e quello di fuga. Giovedì, intanto, al medico legale Roberto Vaglio sarà affidato l’incarico di eseguire l’esame autoptico.
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