Giovedì 17 aprile, poco dopo le 15:00, un drammatico incidente ha colpito la funivia del Monte Faito, nel territorio di Castellammare di Stabia (Napoli). Una delle cabine, con cinque persone a bordo, è precipitata al suolo dopo la rottura di un cavo di trazione, causando la morte di quattro passeggeri e il grave ferimento di un altro.
Secondo le prime ricostruzioni, l’impianto stava regolarmente effettuando una corsa verso la vetta quando il cavo si è improvvisamente spezzato. Due cabine erano in movimento: quella più vicina alla stazione d’arrivo è precipitata, finendo contro un pilone. A bordo si trovavano cinque persone, quattro delle quali – tra cui l’operatore EAV Carmine Parlato, 59 anni, di Vico Equense – hanno perso la vita. Le altre vittime sono una coppia britannica e una donna israeliana. L’unico superstite, un uomo di nazionalità israeliana, è stato elitrasportato all’Ospedale del Mare in condizioni critiche.
La seconda cabina, con 11 persone a bordo, è rimasta sospesa a pochi metri da terra. Tutti i passeggeri sono stati tratti in salvo dai soccorritori intervenuti con difficoltà a causa della nebbia e delle condizioni meteo avverse.
La funivia, riattivata lo scorso 10 aprile dopo la pausa invernale, è ora sotto sequestro. La Procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo plurimo.
Numerose le reazioni istituzionali: Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, ha espresso profondo cordoglio sottolineando l’urgenza di chiarire ogni responsabilità. Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, ha richiesto un’indagine tecnica dettagliata sull’accaduto.
Il tragico evento richiama alla memoria l’incidente del 1960, quando un’altra cabina della stessa funivia precipitò causando quattro vittime. Ora si attende l’esito delle indagini per fare luce sulle cause e sull’efficienza del sistema di sicurezza dell’impianto.
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