Lecce, elezioni costeranno 200 mila euro. Salvemini chiama sindaci civici: “Occorre partito civico nazionale”

Lecce- Tutti in campo per le elezioni del 25 settembre. Entro il 21 agosto vanno depositate le liste per delle elezioni che al comune di Lecce costeranno circa 200 mila euro ( tra scrutinatori, presidenti e tutte le formalità di voto). Intanto dalle segreterie politiche è partito il toto- nomi per le candidature. Da palazzo Carafa dovrebbe provare la corsa per il Parlamento il consigliere Giorgio Pala, sembrerebbe questo al momento l’unico consigliere pronto a lanciarsi mentre con un post il sindaco Salvemini sembra voler spegnere le voci su una sua possibile candidatura scrivendo in un post di voler portare a termine la sua esperienza da primo cittadino. “C’è un mondo di cittadini senza tessera che si riconosce nei valori progressisti e che è pronto a mobilitarsi in vista del 25 settembre. Sono donne e uomini che alle elezioni amministrative animano le liste civiche nelle coalizioni di centrosinistra, si propongono come protagonisti attivi, lavorano per animare le campagne elettorali.

Cittadini che non militano nei partiti e che esprimono passione, valori, energie e competenze. Sono già al governo nelle città e nelle Regioni a guida progressista di tutta Italia, da Lecce a Bologna, a Milano, a Parma e sono portatori di un consenso senza il quale tante amministrazioni progressiste non sarebbero in carica nei Comuni e nelle Regioni.

Mi sento parte di questo mondo, impegnato a completare il mio mandato da sindaco, con al fianco i movimenti e i partiti che mi sostengono. Quindi non interessato a candidarmi alle elezioni politiche.

È proprio la mia esperienza a rafforzare in me la sintonia con quanto affermano in questi giorni da Federico Pizzarotti, Giorgio Gori e altri.

Serve una lista civica nazionale.

Che si affianchi, nella coalizione di centrosinistra, alle liste del Pd e degli altri partiti.

Il civismo è una forma di organizzazione politica che sui territori negli ultimi anni ha fatto da argine al dilagare delle diverse declinazioni del populismo. E che ha rimediato alla distanza che oggi è percepita tra i partiti nazionali del centrosinistra il loro popolo.

Uno spazio politico nel quale nuovi protagonisti, idee, sensibilità hanno avuto l’occasione di impegnarsi, di farsi ascoltare, di farsi eleggere.

Non va vissuto come una minaccia ma come una risorsa dalla quale non si può prescindere.

La rete di amministratori progressisti ma non iscritti ai partiti è diffusa su tutto il territorio nazionale. E può mobilitarsi per dare ancora più forza alla coalizione del centrosinistra.

Camminando accanto al Pd e agli altri partiti per proporre agli elettori politiche, idee e candidature per vincere le elezioni.

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