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Inchiesta Asl Bari, lavori domestici e regali in cambio di appalti

Appalti barattati in cambio di favori personali. E poi ancora: corruzione, turbativa d’asta e associazione a delinquere. Questi i reati contestati a diversi dirigenti dell’ASL di Bari dal GIP, a seguito delle indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza. L’attività di ricognizione, volta ad individuare la presenza di atti illeciti nel corso del bando per l’assegnazione dei lavori di realizzazione dell’Ospedale Covid presso la Fiera del Levante, avrebbe scoperchiato il vaso di Pandora su cui si sarebbero retti diversi appalti pubblici.

La ricostruzione

Stando alla ricostruzione degli inquirenti, il procedimento trarrebbe origine da eventi risalenti al 2021 e aventi ad oggetto i pubblici ufficiali Nicola Sansolini e Nicola Iacobellis. I dirigenti, infatti, avrebbero sfruttato la propria posizione d’influenza al fine di incanalare le gare di aggiudicazione degli interventi verso i binari pattuiti con imprenditori amici. È il caso del bando mirato all’adeguamento, secondo le norme antincendio, della sede di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza dell’ASL di Bari, nel quale gli imputati avrebbero rivestito il ruolo rispettivamente di presidente e componente della Commissione di gara. Un appalto deciso ex ante, come sarebbe emerso dai rilevamenti ambientali captati dalla Guardia di Finanza. Un bando a cui avrebbero partecipato anche altre aziende al solo scopo di “simulare un confronto concorrenziale ed un regolare svolgimento della procedura”.

Destino segnato in diversi incontri e contatti telefonici intercorsi tra i due dirigenti dell’azienda sanitaria regionale e l’amministratore di fatto dell’impresa aggiudicataria (con un importo finale inferiore del 30,02% alla base d’asta). Come si legge nell’informativa, quest’ultimo avrebbe incontrato Sansolini in un’area di sosta nella provincia barese, offrendogli generi alimentari per suggellare un legame fondato sul principio reciproco scambio illecito. Rapporti di contiguità che gli investigatori avrebbero rilevato anche con Iacobellis, il quale avrebbe beneficiato di diversi lavori domestici svolti dall’imprenditore. Pulizia, giardinaggio e manutenzione in cambio di appalti: questo il quadro criminoso delineato dai militari della GdF.

Le misure cautelari

Relazione incrinata a seguito di un altro bando, a cui l’impresario avrebbe partecipato senza aggiudicarselo per il mancato raggiungimento del punteggio minimo. Pur non avendo svolto un ruolo attivo nell’assegnazione dei lavori, secondo quanto emerso nelle intercettazioni, Iacobellis si sarebbe mostrato riluttante a chiedere altre prestazioni all’imprenditore amico. Un comportamento che, secondo la PG, proverebbe l’interdipendenza dei rapporti fra i due, sfociati in violazioni del Codice degli appalti.
Gli atti sarebbero poi confluiti in un’indagine più ampia e articolata, in cui il GIP avrebbe individuato l’esistenza “di un gruppo di influenza all’interno della ASL di Bari”, dove sarebbero coinvolti Iacobellis e Sansolini, in cui emergerebbe una diffusa alterazione dei processi di “indizione, aggiudicazione ed esecuzione degli appalti”, come riportato nell’ordinanza con cui il giudice delle indagini preliminari ha disposto l’applicazione della misura cautelare del carcere per i due pubblici ufficiali.

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