BARI – Profitto illecito e alterazione della concorrenza sul mercato. Un consorzio e tre cooperative avrebbero travasato da una società a un’altra manodopera, come magazzinieri, facchini e camionisti, massimizzando i guadagni attraverso il mancato pagamento delle imposte (dirette e indirette), delle ritenute da lavoro dipendente e dei contributi previdenziali ed assicurativi, e permettendo alla grande distribuzione organizzata di proporre prodotti a prezzi concorrenziali.
Operazione della Guardia di Finanza nel capoluogo pugliese che – con la guida della procura di Bari – ha permesso di recuperare e porre sotto sequestro beni del valore di circa 60 milioni di euro, nei confronti di un consorzio, operante nel settore dei “servizi logistici per la distribuzione delle merci”, e di tre società cooperative. Cinque le persone indagate. Da una parte le società “serbatoio”, le cooperative che trasferivano manodopera – oltre un migliaio di lavoratori – da una all’altra omettendo l’Iva e manipolando le buste paga; dall’altro, la società filtro, ovvero il consorzio che rifatturava le prestazioni ai committenti finali, per allungare la catena commerciale e ostacolare le attività di controllo. Tutto ciò permetteva di praticare tariffe più convenienti alla clientela finale, di solito appartenenti alla Gdo.
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