“Il faro deve essere quello di trovare soluzioni che, come nelle migliori esperienze siderurgiche europee, non mettano in contrasto diritti fondamentali come la salute e il lavoro, ma li facciano convivere dentro una cornice di sostenibilità ambientale e sanitaria. Non esiste lavoro degno senza la salute dei lavoratori e il benessere dei cittadini”. Così Valerio D’Alò. segretario nazionale della Fim, commentando la sentenza della Corte di giustizia UE, secondo cui se l’acciaieria ex Ilva di Taranto presenta pericoli gravi e rilevanti per l’ambiente e la salute umana, dovrà essere sospesa.
D’Alò ha sottolineato che la sentenza “non deve farci paura, ma deve spingere i ministeri competenti a pensare a ulteriori migliorie da apportare nella predisposizione dell’AIA e del piano ambientale”. Inoltre, ha enfatizzato la necessità di tutte le azioni necessarie a rendere la produzione di acciaio sostenibile sul piano sanitario, della sicurezza e dell’ambiente. Qualsiasi soluzione che abbia questo obiettivo troverà il favore della Fim.
“Da quando è iniziata la vertenza ex-Ilva, ora Acciaierie d’Italia, non abbiamo mai commentato le disposizioni o le sentenze emesse, perché riteniamo che qualsiasi cosa che renda più sostenibile l’acciaieria sia sempre positiva. Questo nostro atteggiamento di rispetto per la salute di lavoratori e cittadini lo abbiamo mantenuto durante tutta questa lunga vertenza, attraverso i vari decreti e pareri della magistratura che si sono susseguiti per oltre un decennio, e per noi sarà sempre così”, ha concluso D’Alò.
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