“Il ministro Urso è ricaduto in una serie di omissioni, le stesse di sempre, da un anno a questa parte. Lo dico perché noi siamo qui per parlare di presente e di futuro e perché, nella storia che abbiamo alle spalle e che riguarda il ministro Urso ma anche i partiti in cui militiamo e abbiamo militato, la destra è sempre stata dall’altra parte, dalla parte dei Riva e di chi inquinava quando noi combattevamo per la salute dei cittadini di Taranto e volevamo una svolta green, dalla parte di chi voleva la salvaguardia degli impianti indipendentemente dalle prospettive industriali e noi, tutti coloro che si impegnavano per Taranto, Genova e Novi ligure, avevamo invece la certezza che la svolta green fosse possibile e che la battaglia in Ue sulla decarbonizzazione fosse centrale”. Così il Presidente dei Senatori PD, Francesco Boccia, intervenendo in Aula sull’informativa del ministro Urso sull’ex Ilva.
“Oggi per la prima volta questo Esecutivo ha la responsabilità di chiarire ai lavoratori quali scelte farà, senza fare giri di parole, perché non ci sono solo 20 mila lavoratori, 10 mila dell’ex Ilva e 10 mila dell’indotto, ma c’è anche l’intero sistema siderurgico italiano. Urso – ha proseguito Boccia – ha elencato una serie di ipotesi che sono in contrasto tra di loro come la nazionalizzazione e l’amministrazione straordinaria e di fronte all’interesse di un soggetto privato che sposta i suoi asset all’estero. Se amministrazione straordinaria deve essere, va fatta con almeno 1 mld di fondo speciale immediatamente disponibile per garantire un passaggio senza traumi, altrimenti vi assumerete la responsabilità di sostituire il socio privato e di ricorrere alle tante eccellenze italiane, confermate dalla World steel association che nell’ultimo rapporto parla di un mercato italiano potenzialmente fiorente. Si tratta di prospettive industriali che abbiamo il dovere di accompagnare e garantire. Ciò che è inaccettabile – ha concluso Boccia – sono le vostre omissioni e le vostre divisioni: abbiamo ascoltato da tre ministri tre posizioni diverse, con gravissime omissioni e oggi dovete chiarezza al Parlamento, al Paese e ai lavoratori”.
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