C’è silenzio fuori dalla casa dei genitori di Donato Metallo, scomparso a 44 anni dopo una lunga battaglia contro una patologia insidiosa. Sulla strada che porta a Torre Suda la fila di macchine parcheggiate è impressionante. Eppure non si sente un fiato.
Occhiali scuri o occhi lucidi, abbracci e il tentativo di accettare un destino che in molti speravano che il consigliere regionale più votato, che il giovanissimo sindaco di Racale potesse cambiare firmando un’altra delle sue incredibili rivoluzioni. Ma è andata diversamente.
E anche lontano dalla casa in cui è nato, in paese, nella piazza che era il cuore della sua attività di amministratore, si fa una gran fatica a trovare qualcuno che abbia voglia di parlare di lui a microfono acceso. Perché è difficile e anche per quel senso di pudore nel dolore che a certe latitudini di questa terra ha ancora radici profonde.
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