La commissione Industria del Senato ha dato l’ok al decreto ex Ilva che contiene le norme sull’amministrazione straordinaria e le misure di sostegno all’indotto di Acciaierie d’Italia.
La commissione ha concluso le votazioni sugli emendamenti approvando una serie di misure a favore dell’indotto che sono state oggetto di riformulazioni da parte del Governo. Il testo andrà quindi nell’aula di Palazzo Madama il 5 marzo.
Tra le modifiche approvate c’è anche la revisione dei parametri di accesso al Fondo di garanzia. La norma prevista dal decreto concede a “titolo gratuito” alle imprese, anche in mancanza di “valutazioni creditizie” particolarmente positive, garanzie nella misura massima su finanziamenti di importo massimo pari ai crediti vantanti nei confronti di AdI.
Le modifiche apportate hanno riguardato il limite di fatturato prodotto nei confronti del committente che è stato abbassato dal 50% al 35%, chiarendo che deve riguardare il fatturato medio complessivo, valutato per un periodo non risalente oltre i cinque esercizi precedenti (non più ultimi due esercizi) la data di presentazione della domanda.
Con riferimento alla prededucibilità dei crediti è stato chiarito il “perimetro delle imprese” interessate. Si è precisato che le stesse sono anche quelle che hanno fornito prestazioni in materia di risanamento ambientale, alla sicurezza e all’attuazione degli interventi in materia di tutela dell’ambiente.
Più in dettaglio si tratta delle aziende che hanno effettuato prestazioni di attività manutentive necessarie a consentire la funzionalità produttiva degli impianti; forniture di ricambi e materiale di consumo necessari a permettere la manutenzione e la funzionalità produttiva degli impianti; servizi dì autotrasporto e di movimentazione di attrezzature, prodotti di consumo, materia prima, semilavorati e prodotti finiti, anche all’esterno dell’area degli impianti; servizi in materia di risanamento ambientale, alla sicurezza e all’attuazione degli interventi in materia di tutela dell’ambiente e della salute previsti dal piano di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 marzo 2014″.
Nell’ambito della prededucibilità è stato inoltre chiarito che rientrano anche i crediti vantati dalle imprese riferiti a prestazioni di beni e servizi anche “non continuative”, in questo modo da ricomprendere anche quelle imprese che sono state costrette ad interrompere le forniture in favore di AdI in ragione dell’accelerazione della crisi.
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