Brindisi: controlli GdF nei ‘compro oro’, scoperte alcune irregolarità

Nei giorni scorsi, è stato effettuato un piano di controlli nei confronti di “money transfer”, esercenti e distributori del gioco, nonché di operatori “compro oro” al fine di verificare il rispetto della normativa antiriciclaggio.

Quest’ultima prevede, da un lato, una serie di obblighi a carico di una platea molto ampia di operatori privati al fine di impedire che il sistema finanziario possa essere utilizzato a scopo di riciclaggio e, dall’altro, disposizioni molto stringenti per chi acquista oro.

In tutta la provincia, sono 13 i controlli avviati che hanno portato ad analizzare oltre 1600 operazioni finanziarie. In due casi sono state rilevate irregolarità.

In particolare, nel corso di un controllo eseguito dalla Compagnia di Francavilla Fontana è stata accertata l’omessa indicazione delle quotazioni dei metalli preziosi e dell’orario di effettuazione delle operazioni di compravendita da parte di una società. Il legale rappresentante è stato, pertanto, segnalato, ai fini amministrativi, al Prefetto di Brindisi per violazioni all’articolo 17-bis del R.D. 18.06.1931 nr. 773 (T.U.L.P.S.).

In un altro caso, i finanzieri della Compagnia di Ostuni hanno individuato una gioielleria che ha effettuato l’esercizio, non autorizzato, dell’attività di “compro oro”. Il titolare è stato, pertanto, deferito alla locale Procura della Repubblica per l’omessa iscrizione obbligatoria nel registro istituito presso l’organismo degli agenti e mediatori (O.A.M.), in violazione all’articolo 3 del D.Lgs. nr. 92 del 2017.

Nell’ambito dello stesso settore, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brindisi ha concluso un controllo nei confronti di un professionista da cui sono emerse violazioni in materia di adeguata verifica della clientela, sanzionate dall’art. 56, comma 2, del D.Lgs. nr. 231/2007.

Il rispetto delle disposizioni antiriciclaggio è condizione indispensabile per individuare i capitali di origine illecita e per contrastare quelle condotte in grado di inquinare l’economia legale e di alterare le condizioni di concorrenza.

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