BRINDISI – La presenza del batterio Listeria rilevata sulle superfici e su alcune attrezzature in uso alla cucina dell’ospedale “Antonio Perrino” di Brindisi, notizia “battuta” in esclusiva su Antenna Sud nel telegiornale di oggi, è stata confermata dalla stessa Asl di Brindisi. La presenza del batterio, ammette l’azienda sanitaria “potrebbe determinare seri problemi di sanità pubblica con quadri anche gravemente sintomatici per bambini, anziani, donne in gravidanza e persone fortemente debilitate.
Listeria nella cucina del “Perrino”, la Asl conferma
“In riferimento alla presenza del batterio Listeria monocytogenes nella cucina dell’ospedale Perrino, la Asl Brindisi comunica che durante alcuni controlli di routine effettuati a fine agosto era stata accertata la contaminazione: dal 28 agosto i pasti – si legge in una nota – sono preparati a Mesagne nel Centro cottura dell’azienda che gestisce il servizio mensa. Il campionamento con tamponi ambientali è stato effettuato dal Servizio di Igiene alimenti e nutrizione, congiuntamente al Servizio veterinario di Igiene degli alimenti di origine animale, e ha riguardato piani di lavoro, superfici, attrezzature e griglie di scolo della cucina”.
Listeria nella cucina del “Perrino”, “serio problema”
Gli esami sono stati affidati all’Arpa Puglia che ha rilevato su alcune spugne sterili utilizzate la presenza di Listeria monocytogenes. “L’attività – spiega la Asl – è stata immediatamente sospesa e la cucina sottoposta a sanificazione. Per evitare una nuova contaminazione sono state intensificate le misure di controllo. La cucina del Perrino riaprirà quando tutti i campionamenti mostreranno la totale sicurezza degli ambienti. Su questo punto si evidenzia l’impegno dell’azienda di ristorazione che, in collaborazione con la Asl, sta individuando le soluzioni tecniche e organizzative mirate all’eradicazione del batterio e alla prevenzione di ulteriori contaminazioni”
Infine, la Asl “sottolinea la valenza di un intervento di controllo ufficiale con caratteristiche preventive che ha consentito l’individuazione di un batterio, ubiquitario e spesso inserito in nicchie ecologiche di difficile eradicazione, che in particolari contesti, e una cucina ospedaliera è uno di questi, potrebbe determinare seri problemi di sanità pubblica con quadri anche gravemente sintomatici per bambini, anziani, donne in gravidanza e persone fortemente debilitate”.
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