Un contesto criminale “eterogeneo” caratterizzato dalla “coesistenza di clan storici ed emergenti, animati da forte ambizione di potere, che subiscono le influenze esterne dei grandi sodalizi foggiani e baresi che conservano forti interessi nell’area”. Così la Direzione investigativa antimafia (Dia) definisce la criminalità organizzata in provincia di Barletta-Andria-Trani, nella relazione riferita al primo semestre del 2023.
La criminalità locale è cresciuta anche a livello economico grazie “alle proficue sinergie con i gruppi di altre province nella gestione di specifiche attività illecite” legate “ai reati predatori, alle estorsioni, all’usura, alla contraffazione, al contrabbando, allo spaccio e al traffico di stupefacenti, nonché al riciclaggio di capitali illeciti, autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti e intestazione fittizia di beni”.
Sebbene in diminuzione rispetto al passato, la Dia spiega che “gli assalti ai portavalori e le rapine agli autotrasportatori rappresentano attività altamente remunerative in termini economici e di affermazione e autoesaltazione criminale” assieme ai “sequestri lampo ai danni di imprenditori e facoltosi professionisti”, eredità degli anni Novanta.
Non mancano reati che colpiscono il “settore agricolo” permettendo ai sodalizi criminali non solo di “esercitare il controllo del territorio e di reperire liquidità” ma anche di “agevolare la crescita criminale delle giovani leve”. I crimini nel settore primario fanno “pensare a una criminalità che aspira a un controllo capillare del territorio con l’imposizione di servizi di protezione, ma che non disdegna di mirare all’acquisizione di aziende del settore, particolarmente appetibili ai fini delle attività di riciclaggio e per gli introiti derivanti dai finanziamenti pubblici”.
Nei primi sei mesi del 2023 non sono mancati “incendi dolosi e danneggiamenti ai danni di esercizi commerciali e aziende, oltre che atti intimidatori nei confronti di amministratori locali”, mentre “il traffico di stupefacenti costituisce ancora la principale fonte di approvvigionamento economico il cui volume non accenna a subire nel tempo contrazioni”, con Andria che “continua a rappresentare uno strategico crocevia per lo smistamento sul territorio nazionale di ingenti quantitativi di droga”.
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