Foto Andrea Cecere

Basket A2/M, girone salvezza: Nardò parte col piede sbagliato

Comincia malissimo il girone salvezza di Hdl Nardò Basket, sconfitta in casa da un’ottima Moncada Energy Agrigento. I siciliani fanno una partita di sostanza ed estrema applicazione, portando a casa i due punti della speranza. Nella giornata in cui Cento cade in casa con Latina, il Toro si complica la vita dimostrandosi molle e molto impreciso. Il solo Smith, 30 punti anche oggi, non può bastare sulla complicata strada della salvezza.

Il primo quintetto granata è Parravicini, Baldasso, Stewart jr., La Torre e Donda. Inizia meglio la squadra ospite, letale dal perimetro con Chiarastella, Ambrosin, Meluzzi e Cohill. Nardò leggero in difesa e Fortitudo accumula un primo, cospicuo, vantaggio di 11 lunghezze (9-20), che induce Dalmonte al time-out. In campo adesso ci sono Ferrara e soprattutto Smith, subito a referto con un assist, un rimbalzo e una bomba (con fallo subito). L’americano, come al solito, cambia la faccia ai suoi. Anche Baldasso infila dalla distanza la provvidenziale tripla del 17-20. Pochi secondi e Smith fa pari e patta, prima di una nuova deragliata granata negli ultimi secondi che riporta Agrigento a +3. Il bilancio della prima parte di gara è 20-23.

Ci sarà da soffrire. Intanto Parravicini e Stewart jr. completano la rimonta (25-24). Il match è sporco, la posta in palio è altissima e condiziona molte giocate. La consegna di Pilot ai suoi è quella di tenere l’attenzione altissima sugli americani in maglia granata, devastanti tre settimane fa. Agrigento è decisamente in partita e tira con percentuali straordinarie dall’arco. Il leit-motiv della contesa, sin qui, è questo. È una fase in cui il Toro è costretto di nuovo a inseguire (35-39). Smith si mette i compagni sulle spalle, fatturando (18) quasi la metà dei punti di Hdl. Si va al riposo lungo sul 39-42.

Baldasso (tripla) apre le danze nel terzo quarto, ma l’impressione è che le difese adesso siano molto più efficaci. È Ambrosin il migliore di questo segmento della partita, Nardò ha annacquato le azioni offensive ed è costretta a inseguire. Lievita solo Donda nel pitturato, muscoli e centimetri che servono. Dalmonte rimette Smith. Agrigento sgomma di nuovo e Chiarastella sigla il +12 siciliano, il Pala San Giuseppe è nel panico. Il Toro rosicchia qualcosa ancora con i due americani, ma gli appena 8 punti della terza frazione sono davvero poca cosa. Dalmonte cerca dinamismo con Ceparano. L’ultima pausa segna il 47-56, c’è una montagna da scalare.

Si ricomincia da Stewart jr., a segno in arresto e tiro. Risponde Polakovich. Esce Sperduto zoppicante (rientrerà poco dopo), ma la svolta per Nardò non sembra arrivare. Smith segna il -7, Pilot chiama il time-out. Qualche fischio discutibile della terna alza ulteriormente la temperatura, Nikolic va a segnare in penetrazione. È uno scontro tra pirati, un tremendo corpo a corpo con poca tecnica e molte botte. I siciliani appaiono più lucidi, ma non hanno Smith che segna ancora tagliando in due la difesa avversaria.

A circa tre minuti dalla fine, lo svantaggio del Toro è di 3 punti. Il quinto fallo di Ferrara lascia i presenti a bocca aperta. Esce anche Meluzzi per cinque falli. Baldasso fallisce la tripla dall’angolo, Stewart jr. lo imita e manda alle ortiche l’illusione della rimonta. Ambrosin è glaciale dalla lunetta e allunga a +5. Troppi errori, troppa poca sostanza sotto i tabelloni, Hdl si arrende (61-68) a una squadra oggi più attenta ed efficace.

Lo stop brucia. Il Toro spreca una ghiotta occasione e deve rifare la tabella di marcia. Mercoledì a Roma servirà essere molto diversi.

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