BARI – Una caduta accidentale, una spinta – e quindi un omicidio – o un suicidio? Saranno queste le domande alle quali gli inquirenti dovranno rispondere dopo il ritrovamento del corpo della 76enne albanese Quela Rukje, nelle acque antistanti il lungomare di Bari, all’altezza di largo Giannella. E a fare più chiarezza su quanto accaduto sicuramente servirà l’autopsia che il pm di turno Larissa Catella avrebbe disposto nelle scorse ore.
A fare la macabra scoperta, giovedì pomeriggio intorno alla 18, un passante intento a fare jogging che avrebbe notato il corpo riverso nell’acqua proprio vicino agli scogli, mentre alle sue spalle le luci della ruota panoramica del quartiere Madonnella illuminavano il tutto. Piumino nero, abito nero e scarpe ancora ai piedi e la borsa recuperata poco dopo da un pescatore con all’interno tutti i documenti hanno permesso ai carabinieri di risalire all’identità della donna e scoprire che nella stessa mattinata, la nipote aveva denunciato l’allontanamento da casa, a Cassano delle Murge, trenta chilometri circa da Bari.
Il recupero del corpo è avvenuto tramite un gommone della guardia costiera i cui uomini ora affiancano i militari nelle indagini. Portato alla stazione navale di San Cataldo, da un primo esame esterno non sarebbero venute fuori particolari ferite che possano far pensare a un omicidio. Ma la domanda è: come mai la donna si trovata a Bari? Certo, la corrente potrebbe averla spinta ma una cosa è certa: a Cassano il mare non c’è. Gli inquirenti, intanto, hanno sentito la folla di curiosi che si era avvicinata alla ringhiera del lungomare durante le operazioni di recupero, in tanti per la verità e in molti intenti a riprendere la macabra scoperta con gli smartphone e postare video e foto in rete.
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