BARI – Novanta minuti e bocche cucite per decidere il futuro della città di Bari. È durato circa un’ora e mezza in prefettura il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica incentrato sulla relazione del prefetto Francesco Russo che nelle scorse settimane ha ricevuto il dossier della commissione d’accesso nominata dal Viminale sulle presunte infiltrazioni mafiose nel Comune del capoluogo all’indomani dell’Inchiesta Codice Interno che il 26 febbraio scorso ha svelato un intreccio tra mafia e politica sulle elezioni amministrative di maggio 2019 portando a 130 arresti tra imprenditori, esponenti politici e della malavita locale. L’inchiesta ha anche causato il commissariamento dell’Amtab, la municipalizzata dei trasporti, nella quale risultavano assunte diverse persone legate ai clan (soprattutto il clan Parisi del quartiere Japigia), poi licenziate. Il primo a uscire dal palazzo del Governo, il procuratore di Bari, Roberto Rossi che ha sottolineato ai cronisti come al momento vige sulla questione la massima riservatezza. È stato ascoltato per primo ma il suo parere non è vincolante per la relazione del prefetto. Con lui al tavolo, anche il neo questore Massimo gambino e il comandante provinciale dei carabinieri, Gianluca Trombetti.
Ora il prefetto Russo invierà la propria relazione sulle conclusioni della Commissione d’accesso che, da marzo a settembre, ha valutato le possibili infiltrazioni mafiose nel Comune di Bari. Dopo l’invio della relazione del prefetto al Viminale, il ministro Matteo Piantedosi avrà tre mesi di tempo per decidere se archiviare la pratica o se proporre lo scioglimento dell’amministrazione comunale ma sono possibili anche soluzioni intermedie
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