“L’Acquedotto Pugliese (AQP) sta per trasformarsi in un grande network multimediale, in grado di competere con TV, giornali e siti di informazione e promozione. Sono stati lanciati due bandi, uno da 500 mila euro e uno da 160 mila euro (per un anno), per appaltare all’esterno la realizzazione di un telegiornale, un giornale, un sito web e molto altro. Questa nuova TV non solo informerà, richiedendo l’assunzione di giornalisti, ma farà anche promozione territoriale con spot turistici, richiedendo l’assunzione di comunicatori, fotografi, grafici e cineoperatori. In totale, almeno 12 nuovi professionisti si aggiungeranno ai 16 già presenti nell’ufficio stampa: un totale di 28 addetti alla comunicazione, superando persino il numero di comunicatori di Palazzo Chigi”. Si legge così in una nota del gruppo regionale di Fratelli d’Italia (il capogruppo Renato Perrini e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Tommaso Scatigna e Tonia Spina).
“Alcuni ipotizzano che il numero di assunzioni possa aumentare, nonostante le rassicurazioni del presidente Domenico Laforgia all’inizio di giugno, quando aveva garantito che non ci sarebbero state ulteriori assunzioni. Tuttavia, la graduatoria di un concorso dai profili poco trasparenti sembra non essere chiusa e potrebbe essere stata prorogata, permettendo l’assunzione degli ultimi quattro idonei”, continua la nota.
“È chiaro che in attività extra missione, come comunicazione e sponsorizzazioni, l’Acquedotto Pugliese ha consumato circa due milioni di euro tra il 2023 e il 2024: 700 mila euro nel 2023, cifra ampiamente superata nel 2024. Questo spiega perché l’AQP non vuole rinunciare a queste attività: non si tratta di difendere un’istituzione storica, ma di mantenere un enorme potere, forse il più grande della Regione Puglia. L’AQP non vuole perdere la possibilità di elargire centinaia di migliaia di euro attraverso bandi e concorsi che sembrano essere poco utili alla missione principale dell’acquedotto, ma molto utili per favorire amici e conoscenti”, prosegue il gruppo regionale Fratelli d’Italia.
“La difesa dell’acqua pubblica, che rimane tale, è quindi la difesa di chi non vuole uscire dalla stanza dei bottoni non per ridurre le tariffe e migliorare l’efficienza del sistema. Oggi il bluff è svelato”, conclude la nota.
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