Al “G. Fortunato” di Rionero la presentazione del libro di Pietro Grasso

RIONERO IN VULTURE – Il Campus dell’Istituto di Istruzione Superiore I.I.S. “Giustino Fortunato” di Rionero in Vulture (PZ) ha ospitato un evento di grande portata, morale e culturale.  Alla presenza del Prefetto di Potenza Michele Campanaro, del Sindaco Mario Di Nitto e della Dirigente Scolastica Antonella Ruggieri, Pietro Grasso, ex Magistrato, ex Presidente del Senato della Repubblica ed attuale Presidente della Fondazione “Scintille di futuro”, ha presentato il libro “Il mio amico Giovanni”, pubblicato nel 2022, in occasione del trentennale della strage di Capaci.

Il racconto del rapporto umano e professionale con il Giudice Giovanni Falcone, ucciso in un attentato di mafia insieme alla moglie e magistrata Francesca Morvillo e agli uomini della sua scorta, ha appassionato i 250 studenti dell’ultimo triennio dell’Istituto che, affiancati dai loro docenti, hanno potuto vivere attraverso i ricordi personali del Presidente Grasso, frammenti di storia di uno dei periodi più violenti e dolorosi del Paese.

Molti gli aneddoti raccontati, come quello di un accendino consegnato da Giovanni Falcone nella promessa di smettere di fumare: “Tienilo tu, ho deciso di smettere. Se dovessi ricominciare, me lo dovrai restituire”. L’accendino non è più potuto tornare al proprietario e Pietro Grasso lo conserva gelosamente, assicurandosi che risponda al giro della rotella con quella scintilla di fuoco, di forza, di intelligenza, di determinazione, che ricorda gli occhi del suo amico Giovanni.

Quell’accendino ha ispirato il nome alla Fondazione “Scintille di Futuro”, fortemente voluta da Pietro Grasso per contribuire allo sviluppo di una comunità consapevole ed impegnata, capace di contrastare la criminalità organizzata e per promuovere un futuro migliore in favore delle ragazze, dei ragazzi e del Paese.

I giovani studenti hanno dialogato a lungo con l’Autore. Molte le domande sui fenomeni mafiosi e sulla criminalità organizzata, nella consapevolezza di ascoltare il racconto di chi quel mondo lo ha combattuto in prima linea, accanto al Giudice simbolo della lotta alla mafia.

I ragazzi hanno, poi, riservato particolare attenzione all’intervento del Prefetto di Potenza Michele Campanaro che, dopo aver ringraziato il Presidente Pietro Grasso per aver animato un così importante momento di riflessione, ha voluto condividere con la platea il suo personale ricordo delle stragi, da giovane Consigliere di Prefettura, entrato in Amministrazione da meno di due anni.

Il Prefetto ha ricordato ai ragazzi come la mafia e le altre organizzazioni criminali abbiano, da allora, subito profonde trasformazioni, conservando però la stessa pervicace aggressione, prima sfrontata e dopo strisciante e sotterranea, nei confronti del Paese. 

In questo non fa eccezione la Basilicata – ha sottolineato il Rappresentante del Governo – Si è, in un passato nemmeno lontano, parlato di questa regione come di un’isola felice, ma diverse inchieste negli ultimi anni, ed anche di recente, hanno invece dimostrato una vera e propria presenza criminale radicata in territori per troppo tempo ritenuti immuni. La criminalità mafiosa, seppure colpita duramente, mantiene una grande capacità di trasformarsi e di mimetizzarsi. Il rischio di inquinamento mafioso, specie nel nostro tessuto economico, è altissimo, in questa lunga stagione di diffusa sofferenza sociale ed economica. Lo dimostrano anche le numerose interdittive antimafia nei confronti di aziende del territorio, che ho adottato dal mio arrivo qui, in provincia di Potenza”.  

In questa direzione, il Prefetto Campanaro ha richiamato l’attenzione sulla necessità, in questo particolare momento storico, di uno sforzo comune di coesione sociale ed economica, per non lasciare indietro chi risulta essere maggiormente esposto al rischio di finire nelle maglie di circuiti illegali, ricordando come fenomeni quali lo svuotamento delle aziende indebolite, l’usura, il riciclaggio o l’intermediazione di manodopera, rappresentino spie inconfondibili della penetrazione criminale nell’economia.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono grandi ed attuali esempi morali per voi giovani, come per tutto il Paese: esempi di passione civica, di senso delle Istituzioni, di abnegazione e spirito di sacrificio, fino all’estremo. E allora, è giusto ricordarli sempre e raccogliere i frutti del loro impegno, fatto di eccezionale passione civile, celebrando insieme a loro chi difende l’Italia e i suoi cittadini, in questo momento non meno complesso della nostra storia, per cercare i modelli di chi ha guardato al bene comune, contro ogni prevaricazione e sopraffazione”, l’esortazione finale del Rappresentante del Governo ai giovani studenti.

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