“Sapevamo tutti che c’era una forte perturbazione sul Gargano, tant’è che venerdì l’elicottero non era partito. Sapevamo che le condizioni non erano ideali. Non so da chi sia arrivato l’ok per il decollo, chissà forse dalla torre di controllo”. Sono le parole di Francesco Nardelli, padre di Andrea Nardelli, il pilota di 39 anni deceduto nello schianto sul Gargano e costato la vita a sette persone.
Nella mattinata di domenica 6 novembre, il papà del pilota si è recato sul luogo della tragedia. “Perdere un figlio così a 39 anni è un dolore inspiegabile – ha detto all’ANSA l’uomo -. Mio figlio ha dedicato una vita agli elicotteri. Si è brevettato nel 2007 ed è cresciuto nell’Alidaunia. Era un pilota esperto. Non ha mai avuto alcun problema. L’ultima volta che l’ho sentito è stato venerdì sera, ma abbiamo parlato del più e del meno. Era sereno”.
Intanto, sul luogo della tragedia il magistrato Matteo Stella ha fatto un nuovo sopralluogo. “Siamo qui per capire quando ci restituiranno il corpo di mio figlio – dice Francesco -. Spetterà ai periti e ai tecnici dell’Aeronautica accertare cosa sia successo ieri mattina. Con mio figlio c’era un veterano dei piloti dell’Alidaunia. Ma a prescindere dalle causa, questo non ci restituirà nostro Andrea”, ha concluso.
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