POTENZA- Firmò la denuncia come vittima del tentativo di riscatto “dissimulando, secondo l’accusa, il suo ruolo effettivo di complice e di vettore della richiesta minatoria”: Giuseppe Fiorino, responsabile della filiale di Tito Scalo della “Salerno Trasporti”, è stato arrestato con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso insieme a Giovanni Polverino.
I carabinieri del comando provinciale di Potenza – reparto Operativo Nucleo Investigativo hanno dato esecuzione al provvedimento emesso dal gip distrettuale di Potenza su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
I fatti: la richiesta di dieci mila euro per rimpinguare le casse del clan campano
I fatti risalgono al mese di febbraio, quando attraverso ripetute telefonate a carattere minatorio indirizzate alla società Salerno Trasporti srl, con sede legale a Salerno e filiale a Tito Scalo, è stata rivolta la richiesta di corrispondere l’importo di dieci mila euro quale “contributo” che tutti gli “imprenditori della zona” avrebbero dovuto versare “per rimpinguare le casse” a seguito dei recenti arresti per mafia avvenuti nel potentino.
Le indagini, avviate dalla Direzione distrettuale antimafia, a seguito di querela sporta dai vertici aziendali, e svolte con altrettanta solerzia dal comando provinciale dei carabinieri, hanno permesso di acquisire gravi indizi di reato a carico di Giovanni Polverino e Giuseppe Fiorino, quest’ultimo responsabile proprio della filiale di Tito Scalo, in un primo momento dichiaratosi vittima, al punto da concorrere a firmare la querela, insieme alle altre vittime reali, dissimulando – così come emerso dagli elementi indiziari acquisiti – il suo effettivo ruolo di complice e di vettore della richiesta minatoria.
Fermo restando il principio di presunzione di innocenza a favore di entrambi gli arrestati, il coacervo indiziario raccolto a loro carico, basato su intercettazioni telefoniche cd ambientali, servizi di osservazione, controllo e pedinamento, esame di persone informate sui fatti ed arricchito anche da una perizia fonica, ha evidenziato il presunto coinvolgimento, a pari titolo, di ambedue gli indagati nella richiesta estorsiva che, per le modalità evocative degli ultimi arresti di mafia recentemente avvenuti a Potenza c nella relativa provincia (38 ordinanze cautelari eseguite a novembre 2021, 15 ordinanze cautelari eseguite a gennaio 2022 e prima ancora 17 ordinanze cautelari eseguite ad aprile 2021) ha permesso di contestare l’aggravante dcl metodo mafioso, riconosciuta dal gip nella sua ordinanza.
potrebbe interessarti anche
Brindisi, litigio in cantiere navale: 2 operai feriti, uno è grave
Brindisi, vertice sicurezza: il Prefetto chiede rinforzi
Brindisi, criminalità in provincia: “controlli e prevenzione”
Aggressione con schiaffi, pugni e sedia: denunciata 24enne – VIDEO
Taranto, scomparso membro equipaggio di una nave USA
Francavilla, biberon con il vino: bimbo ancora ricoverato