TARANTO – “Un catastrofico errore giudiziario”. La definisce così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, la decisione della sezione distaccata di Taranto della Corte d’assise d’appello di Lecce di annullare la sentenza di primo grado del processo “Ambiente svenduto” e trasferire gli atti a Potenza. Il governatore, dopo 24 ore di silenzio, e da ex magistrato, entra a gamba tesa sul provvedimento spiegando che quella regola sulla competenza riguarda i processi dove sono parti i magistrati, che però coinvolge imputazioni poco rilevanti all’interno del castello accusatorio, che pur tuttavia ha determinato l’annullamento di una istruttoria e di un processo durato anni. “Quali sarebbero state le conseguenze – si chiede Emiliano – se un evento del genere avesse riguardato la politica, il governo, un sindaco?”.
Anche i sindacati nutrono dubbi sulla decisione della Corte d’Assise d’appello di Taranto e il trasferimento del processo a Potenza. In attesa di leggere le motivazioni, che saranno rese note entro 15 giorni, dalla Fiom nazionale e jonica si chiarano rammaricati e preoccupati “poiché le vittime dell’inquinamento meri-tano che il processo sia celebrato nella città di Taranto confidando che la decisione venga portata all’esame della Corte di Cassazione e possa essere rivista”.
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