La questione del futuro del Polo Microinquinanti dell’ARPA Puglia a Taranto sta suscitando un crescente dibattito, con numerosi attori politici e istituzionali impegnati a difendere le competenze della città. Sebbene i laboratori e il personale operante rimarranno a Taranto, la preoccupazione è alta per la decisione di trasferire il livello decisionale e il coordinamento alla Direzione Scientifica di Bari.
A sollevare il caso è stato Massimiliano Stellato, consigliere regionale, durante un’audizione in commissione Ambiente. Stellato ha evidenziato la necessità di non modificare l’operatività del Dipartimento Ambientale Provinciale (DAP) di Taranto, sottolineando che la città non può permettersi di fare passi indietro in un momento così delicato, soprattutto per quanto riguarda la tutela ambientale e sanitaria.
Nonostante alcune rassicurazioni parziali da parte del direttore generale di ARPA Puglia, che ha escluso la possibilità di un trasferimento fisico del personale, Stellato ha espresso il suo disappunto, dichiarando che è essenziale mantenere il controllo decisionale sul territorio. “Taranto ha già pagato un prezzo altissimo sul piano ambientale e non può permettersi ulteriori penalizzazioni, specie con le sfide che si prospettano con l’ingresso di nuovi attori nel settore siderurgico”, ha affermato il consigliere, ribadendo che è necessario mantenere alta la vigilanza su ambiente e salute.
Anche Antonio Paolo Scalera, vicepresidente della commissione Ambiente, ha espresso preoccupazione per il taglio dei fondi destinati a Taranto e per la mancata assunzione di nuovo personale nonostante i concorsi già espletati. Scalera ha chiesto con forza risposte chiare sulla vicenda, accusando le istituzioni regionali di mancare di trasparenza e impegno nei confronti della città. “Taranto e la sua provincia sono al centro di una vera e propria emergenza ambientale e sanitaria. Non accetteremo decisioni che vadano contro gli interessi di una comunità che merita rispetto e attenzione”, ha concluso Scalera.
La questione ha coinvolto anche i sindacati. Alessandro Dipino, segretario provinciale della UGL Metalmeccanici, ha ricordato le parole del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che in passato aveva ribadito la sua dedizione nel privilegiare la salute dei cittadini rispetto alle logiche industriali. Tuttavia, Dipino ha sottolineato che il trasferimento delle competenze decisionali del Polo Microinquinanti a Bari appare come un passo indietro, rischiando di depotenziare la capacità di monitoraggio delle sostanze nocive, tra cui la diossina, a Taranto. “Non possiamo accettare un ennesimo ridimensionamento delle strutture di controllo ambientale nella nostra città, soprattutto in un contesto dove la salute pubblica è in gioco”, ha dichiarato Dipino.
La situazione è resa ancora più critica dall’evoluzione del settore industriale a Taranto, con nuovi attori internazionali pronti a entrare in gioco nel polo siderurgico. L’unità operativa specializzata di ARPA a Taranto, che si occupava autonomamente del monitoraggio dei microinquinanti, è ora integrata in una struttura più ampia, perdendo la sua focalizzazione specifica sul territorio tarantino. Questo spostamento rischia di diluire le risorse umane e tecnologiche, con il pericolo che l’attenzione sui problemi ambientali e sanitari locali venga meno.
La delegazione di Europa Verde ha anch’essa espresso il suo disappunto, sottolineando come la decisione di trasferire il coordinamento a Bari rappresenti un “scippo” delle competenze che Taranto non può permettersi, soprattutto senza un chiaro coinvolgimento delle comunità locali. “La salute dei cittadini non può essere sacrificata a favore di scelte che privilegiano altri territori”, hanno affermato i portavoce, chiedendo un ritorno alle politiche di tutela e monitoraggio che garantiscano un futuro più sostenibile per la città.
In conclusione, i rappresentanti di Taranto continuano a chiedere a gran voce maggiori investimenti e il rispetto degli impegni presi per il Piano Taranto, un progetto che dal 2015 prevede stanziamenti specifici per la tutela ambientale, ma che finora ha visto solo parziali realizzazioni. Serve, sottolineano, una maggiore attenzione da parte della Regione Puglia e dell’ARPA, con risorse adeguate e un potenziamento della sede locale di Taranto.
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