BARI – Avrebbe estratto la pistola davanti ad alcuni ragazzi seduti ai tavolini di un bar di una stazione di servizio del quartiere San Paolo “tentando di esplodere colpi d’arma da fuoco” e causando “la fuga dei presenti”. Protagonista dell’episodio che emerge dalle carte per la convalida del fermo di Michele Lavopa, il 21enne accusato di omicidio volontario (quello di Antonella Lopez avvenuto nella notte tra sabato e domenica nella discoteca Bahia Beach di Molfetta) e tentato omicidio aggravati dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di arma e ricettazione, Eugenio Palermiti jr, nipote dell’omonimo capoclan del quartiere Japigia, adesso indagato per minaccia aggravata del metodo mafioso.
I fatti risalgono ad appena 20 giorni fa, al 9 settembre. Il rampollo del sodalizio criminale sarebbe arrivato in viale Europa – da sempre roccaforte del clan Strisciuglio – a bordo di una moto guidata da un amico. E la notte dell’omicidio Lopez, Lavopa sapeva quanto era accaduto giorni prima.
La vicenda fa parte di un’indagine diversa di Dda e squadra mobile di Bari. Il 21enne, che avrebbe avuto dei problemi con Palermiti sia per un pestaggio subito nel 2017, sia un mesetto fa, sarebbe stato “costretto a non farsi vedere in giro a Bari”, si legge ancora nell’ordinanza di convalida del fermo. Palermiti è stato individuato dalle telecamere di sorveglianza del bar e, durante una perquisizione, gli inquirenti hanno quindi ritrovato in suo possesso “abiti compatibili con quelli indossati dall’autore dalla minaccia con la pistola”. Lo stesso Palermiti ha detto agli inquirenti di aver usato una pistola a salve e di essere andato sul posto insieme a un amico, rimasto ferito – come lo stesso Palermiti – nella sparatoria nella discoteca Bahia. La moto, trovata nel cortile della casa di questo amico, è stata sequestrata.
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