Nei centri di permanenza per i rimpatri in Italia i migranti sono maltrattati e sedati con psicofarmaci. Lo denuncia il Consiglio d’Europa in un rapporto redatto dopo la visita condotta tra il 2 e il 12 aprile in 4 dei 9 centri operativi in Italia: gli hub di via Corelli a Milano, Gradisca d’Isonzo, Palazzo San Gervasio a Potenza, e Ponte Galeria a Roma. L’organo anti-tortura del Consiglio d’Europa, il Cpt, afferma di “aver riscontrato diversi casi di presunti maltrattamenti fisici e uso eccessivo della forza da parte di agenti di polizia”. Inoltre, nel report si rileva “la pratica diffusa della somministrazione di psicofarmaci non prescritti e diluiti in acqua, come documentato nel centro di Potenza”. Il 9 gennaio 2024 un ispettore della Polizia di Stato venne posto agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza proprio sulla gestione del Centro per il Rimpatrio di Palazzo San Gervasio. Dalle indagini emerse un quadro drammatico con gli ospiti che si vedevano costretti ad assumere un potente sedativo, il Rivotril, definito “la droga dei poveri”. “Persone trattate come le scimmie”, fu il commento dell’allora Procuratore di Potenza, Francesco Curcio.
Il CPR lucano è poi tornato a riempire le pagine della cronaca a seguito del decesso di Belmaan Oussama, 19enne algerino, morto il 5 agosto scorso. Decesso che fece scaturire una violenta rivolta all’interno del centro da parte degli altri trattenuti presenti. A seguito della morte di Oussama si sono susseguite diverse visite ispettive da parte di varie forze politiche per verificare la situazione. Sulla morte del 19enne intervenne la Procura di Potenza che non escluse l’ipotesi di omicidio.
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