“Da una parte le previsioni di Anpal-Unioncamere per 7.600 nuove entrate nel mercato del lavoro in Basilicata tra febbraio ed aprile 2023, dall’altra i dati dell’Osservatorio precariato Inps, sia pure aggiornati ai primi 11 mesi del 2022, la tendenza è che nonostante l’incremento di nuovi posti di lavoro l’investimento in assunzioni di “qualità” continua a diminuire”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli che aggiunge: “non possiamo fermarci ai numeri delle assunzioni previste a febbraio (2.530, più 290 rispetto a febbraio 2022) e a quelle complessive del trimestre (7.600, più 230 rispetto allo stesso trimestre 2023), perché vanno analizzate le tipologie contrattuali. L’Osservatorio Inps infatti conferma la tendenza alla riduzione dell’incidenza delle assunzioni con contratto a tempo indeterminato e apprendistato negli 11 mesi dell’anno appena trascorso: passiamo dal 20,5% del 2021 al 18,7% del 2022. E l’abbassamento della “qualità” di assunzioni si riscontra anche dai dati sulle domande di Naspi, arrivate in tutto il Paese a quota 2 milioni, con un aumento del 18,6% rispetto allo scorso anno. Tra l’altro l’Inps ci informa che diminuiscono del 6% i contratti di prestazione occasionale, ma siamo pronti a scommettere su una loro risalita con le novità introdotte in Legge di Bilancio, che come sindacato abbiamo contestato. Non sono i voucher o le prestazioni occasionali che possono contrastare il lavoro nero, ma l’aumento delle ispezioni. Ricordiamo solo un dato: sulle 100.192 aziende controllate nel 2022 dal corpo ispettivo coordinato dall’INL, sono stati trovati 19.932 lavoratori e lavoratrici in nero. Questo controllando solo il 6% di imprese. Per noi le ispezioni servono anche per prevenire infortuni e morti sul lavoro. Quanto invece alla difficoltà di reperire specifiche figure professionali che in Basilicata raggiunge la quota del 47,5% del totale delle assunzioni previste – aggiunge Tortorelli – cresce ancora il mismatch tra domanda e offerta di lavoro che da noi è superiore alla media nazionale (46,2% dei profili ricercati), un valore già superiore di circa 6 punti percentuali rispetto a un anno fa. Ma non possiamo più continuare a registrarlo. E’ indispensabile intervenire con azioni adeguate che abbiamo indicato da tempo nel Piano per il Lavoro a partire dalla svolta epocale nel rapporto scuola-lavoro e nella formazione e riqualificazione professionale di giovani e lavoratori”.
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