Il Festival della Valle d’Itria guarda già al suo 50esimo

Con la messa in scena de “Gli Uccellatori” di Florian Leopold Gassmann si avvia al termine il 49° Festival della Valle d’Itria di Martina Franca.

Al Teatro Verdi di Martina Franca è andato in scena “Gli Uccellatori” di Florian Leopold Gassmann, una prima rappresentazione moderna in Italia, per la regia di Jean Renshaw, mentre le scene e i costumi hanno portato la firma di Christof Cremer, le luci di Pietro Sperduti.

La vicenda, ambientata nella campagna che circonda un palazzo signorile, si basa sugli intrecci amorosi tra una coppia seria, il Marchese Riccardo e la Contessa Armelinda, e un gruppo di parti buffe, che comprendono tre cacciatori di uccelli e due astute servette. Gli uccellatori si colloca al centro di quello straordinario ventennio durante il quale la drammaturgia goldoniana fissò una misura per l’opera comica, analoga a quella che sul fronte serio aveva stabilito Pietro Metastasio.

Per capire cosa rappresenta il Festival della Valle d’Itria 2023 è sufficiente far parlare i numeri: 20 giorni di rappresentazioni, 25 spettacoli, 2 giorni di conferenza internazionale sull’operetta e 2 talk di presentazione delle opere; 5 produzioni operistiche originali, 13 location diverse tra chiese, masserie, chiostri, palazzi e teatri a cui si aggiungono un’altra produzione e 4 luoghi di spettacolo che ci permetteranno di andare nelle contrade e nelle periferie. E poi, 403 persone coinvolte nell’organizzazione tra artisti, maestranze, personale amministrativo e di sala, assunte con regolare contratto, retribuite e con regolari contributi previdenziali versati; 12 paesi di provenienza degli artisti impegnati nella rassegna e 4 complessi orchestrali coinvolti; il 60% dei biglietti risulta già venduto in prevendita ad acquirenti provenienti da 9 paesi europei oltre a Giappone, Canada e Stati Uniti.

Ne abbiamo parlato con il Presidente del Festival della Valle d’Itria, Michele Punzi, che è stato intervistato dal nostro direttore Pierangelo Putzolu nel corso della trasmissione “L’intervista della settimana”, andata in onda su Antenna Sud.

L’edizione di quest’anno è assai significativa perché precede il traguardo del cinquantesimo anno, ma anche perché segna un importante passaggio di consegne. Franco Punzi ha ispirato, inventato, curato, coltivato questo Festival come se fosse un suo figlio, e oggi lo riconsegna a noi, a Michele Punzi e al gruppo straordinario che guida l’organizzazione della rassegna, che è ancora più forte più e grande di prima.

Il Festival della Valle d’Itria non è più soltanto un attrattore culturale, bensì un grande attivatore culturale. Questa rassegna, in qualche maniera, ha accompagnato la storia e l’evoluzione della nostra regione e della sua industria culturale e creativa, che negli ultimi decenni è profondamente cambiata. Oggi, il Festival rappresenta una delle componenti fondamentali del sistema economico della cultura e della creatività regionale, che con il 5% del PIL rappresenta una parte essenziale dello sviluppo economico regionale.

«Ogni anno, quando arriva luglio, sembra che il Festival nasca per miracolo oppure che sia il risultato di una macchina organizzativa che può andare avanti da sola», dice Michele Punzi. «Non è così: la costruzione del Festival richiede la collaborazione di centinaia di persone che, per un anno intero, lavorano per realizzare un programma di assoluta qualità».

Si parla di qualcosa di magico che poi magico non è, perché dietro ci sono centinaia tra artigiani e artisti e così via che contribuiscono con la loro competenza e la loro qualificazione che hanno ottenuto nel corso di tanti anni di vita professionale, una confluenza di tutte queste competenze che porta al risultato. Con questa iniziativa è proprio lo sguardo di Paolo Grassi che ci sta guardando perché era proprio lui a promuovere all’epoca il lavoro nelle periferie.

Il Festival ha infatti il merito di portare la nostra regione agli onori della cronaca culturale nazionale e internazionale e di attrarre, nello splendido scenario della Valle d’Itria, valenti artisti di fama mondiale e turisti appassionati di opera e teatro musicale provenienti da tutto il mondo.

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