GRAVINA – Udienza di convalida del fermo domani mattina davanti alla gip Isabella Valeria Valenzi, per Giuseppe Lacarpia, il 65enne di Gravina in Puglia, sulla murgia barese, in carcere da lunedì con l’accusa di aver ucciso la moglie di 60 anni, Maria Arcangela Turturo.
L’uomo sarà assistito da un nuovo legale vista la rinuncia dell’avvocato da lui nominato, Gioacchino Carone, che assisterà invece i figli della coppia, che sono parti offese del reato. Lacarpia è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di parentela. Nelle scorse ore, invece l’autopsia sul corpo della donna. A eseguirla Antonio De Donno dell’istituto di medicina legale del Policlinico di Bari.
Il 65enne è accusato di aver ucciso la moglie dopo anni di violenze e soprusi. I fatti sabato notte quando tornando da una festa di compleanno avrebbe dapprima dato fuoco alla loro Cinquecento con all’interno la donna non prima di aver inscenato un incidente. Poi, non riuscendoci, avrebbe fatto pressione sul corpo della donna esamine fuori dall’auto con i suoi cento chili, spingendo con un ginocchio sull’addome mentre la 60enne era riversa sull’asfalto.
A immortalare la scena tre ragazzi con un telefonino, pietrificati e impauriti dalla furia omicida dell’uomo. Turturo è poi morta nell’ospedale di Altamura in cui era stata ricoverata e, agli inquirenti e alla figlia, ha indicato nel marito il suo aggressore.
L’uomo, nel carcere di Bari, sarebbe caduto dal letto a castello della sua stanza ed è stato trasportato al Policlinico di Bari per alcuni accertamenti.
In un primo momento il 65enne avrebbe negato ogni responsabilità per poi avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al pm. Lacarpia era stato già arrestato nel 2010 per tentato omicidio ai danni di uno dei figli, ed anche se ora sembrava stare meglio, 20 giorni fa era stato ricoverato nel reparto di psichiatria.
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