Nel Piano di Protezione civile di Francavilla Fontana, pubblicato lo scorso 22 giugno all’Albo Pretorio, non viene fatta menzione di uno dei più gravi terremoti che colpì il 20 febbraio 1743 la Puglia meridionale con vittime e danni in particolare a Nardò, Francavilla Fontana e Brindisi come riferiscono fonti storiche e lo stesso Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Disattenzione o superficialità?
Nel Piano redatto dall’Urbanista Morena Scrascia e sottoscritto dal sindaco Antonello Denuzzo e da Valeria Sabatelli per la Polizia locale a pag. 63, al capitolo “Rischio Sismico” che evidenzia allo stato attuale situazioni vulnerabili per vecchi fabbricati o edifici del centro storico, si legge: “Non risultano notizie storiche di sismi di intensità tale da aver provocato il crollo e/o il serio danneggiamento di strutture e/o vittime tra la popolazione”.
Si ignora quanto avvenne nel 1743 nella città di Francavilla Fontana con abitazioni crollate o gravemente danneggiati, danni a diversi edifici religiosi e conventi e ad alcuni importanti palazzi. Ci furono pure una decina di morti (nelle fonti la cifra varia da 7 a 11), mentre nella sola città di Nardò le vittime furono 150. Quel terremoto che fu di magnitudo 9 della scala Mercalli provocò nel basso Salento 180 vittime. Alla redattrice del piano è pure sfuggito il lavoro del professore Domenico Camarda che, nel 1997, diede alla stampa il libro “Il terremoto del 20 febbraio 1743 a Francavilla e nell’area del basso Jonio”.
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