“Non c’ è più tempo, occorre fare in fretta, il Governo decida. In queste ore ci giungono notizie dagli stabilimenti e dal sito di Taranto che ci confermano quanto la già grave situazione stia degenerando. Se fossero confermate le voci della fermata di Afo 2, ciò metterebbe seriamente a rischio la sicurezza dei lavoratori e degli impianti stessi, determinando una chiusura definitiva dello stabilimento siderurgico”. Lo scrive in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil.
“Non si conoscono ancora le ragioni di questa scelta, ma è del tutto evidente che potrebbe apparire come l’ennesima arma ricattatoria nei confronti di un Governo incapace di determinare le scelte strategiche sia sul futuro della siderurgia che della transizione ecologica e sociale. L’eventuale scelta della fermata dell’altoforno 2, per un periodo di 8 giorni o di 2 settimane, avrebbe serie ripercussioni sul ciclo produttivo e sullo stato già precario degli impianti”, continua Scarpa.
”Nella giornata di giovedì 30 novembre, l’azienda ha inviato a tutti i lavoratori una comunicazione di natura vessatoria e propagandistica, tra l’altro, in un momento in cui è proclamato lo stato di agitazione in tutto il Gruppo – aggiunge Scarpa -. L’azienda ha introdotto unilateralmente un premio sulla riduzione degli infortuni di 100 euro a dipendente con erogazione a febbraio e misurato su dicembre, nei fatti confermando che la sicurezza e la salute sono legate ai comportamenti dei lavoratori e non agli investimenti. Lettera che, tra l’altro, a nostro avviso, è palesemente sbagliata nei termini e nelle scadenze”.
“La Fiom, i lavoratori e le altre organizzazioni sindacali difenderanno i siti e le strutture materiali aziendali, in qualsiasi modo, anche a tutela dell’ambiente e dei cittadini dei siti dove esistono gli impianti”, conclude Loris Scarpa.
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