Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in maniera efficiente e a svolgere determinate funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consensi sottostanti. I cookie categorizzatati come “Necessari” vengono memorizzati sul tuo browser in quanto essenziali per consentire le funzionalità di base del sito.... 

Sempre attivi

I cookie necessari sono fondamentali per le funzioni di base del sito Web e il sito Web non funzionerà nel modo previsto senza di essi. Questi cookie non memorizzano dati identificativi personali.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie funzionali aiutano a svolgere determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie analitici vengono utilizzati per comprendere come i visitatori interagiscono con il sito Web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche di numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, fonte di traffico, ecc.

I cookie per le prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di prestazione chiave del sito Web che aiutano a fornire ai visitatori un'esperienza utente migliore.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci pubblicitari personalizzati in base alle pagine visitate in precedenza e per analizzare l'efficacia della campagna pubblicitaria.

Nessun cookie da visualizzare.

Foto Massimo Todaro

Ex Ilva, processo ‘Ambiente svenduto’: ecco perché è stato annullato

La Corte d’Assise d’Appello di Lecce (sezione distaccata di Taranto) ha annullato la sentenza di primo grado nel processo “Ambiente Svenduto”, relativo al disastro ambientale dell’Ilva di Taranto.

La decisione è stata presa in seguito alla costituzione come parti lese di due giudici onorari tarantini, che ha sollevato un conflitto di competenza. Ora, il processo verrà trasferito a Potenza, dove dovrà ripartire da zero.

Secondo le motivazioni della sentenza del 13 settembre, depositate oggi, la Corte ha accolto la richiesta della difesa, che aveva riproposto il tema dello spostamento del processo, già sollevato e respinto in precedenti fasi. La difesa sosteneva che i due magistrati, pur non più in servizio nel distretto di Taranto al momento della loro costituzione come parti offese nel 2016, erano in servizio quando si verificarono i reati contestati.

La Corte d’Appello ha accettato questa interpretazione, facendo riferimento a numerose sentenze della Cassazione che sottolineano l’importanza della qualifica soggettiva al momento del fatto.

Respinta invece la tesi, sempre della difesa, che individuava nei magistrati residenti o proprietari di immobili vicini all’Ilva delle persone danneggiate dai reati ambientali.

Il processo di primo grado, conclusosi il 31 maggio 2021, aveva portato a 26 condanne per dirigenti dell’Ilva, manager e politici, con le pene più pesanti inflitte agli ex proprietari Fabio e Nicola Riva, condannati rispettivamente a 22 e 20 anni di reclusione.

About Author