Nella mattinata di sabato, in concomitanza con il Consiglio comunale, l’Associazione Genitori Tarantini ha rivolto i propri messaggi all’indirizzo di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, e a Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto.
Al Emiliano – si legge in una nota dell’Associazione genitori tarantini, sono state poste domande rispetto all’idea della costruzione di un dissalatore in zona fiume Tara. I cittadini vogliono sapere se è stata fatta una valutazione di impatto ambientale; come e dove verrà smaltita la salamoia (residuo di dissalazione altamente inquinante); perché non è mai entrato in funzione l’invaso Pappadai (costato 260 milioni di euro e divenuto il più grande scandalo regionale); se l’impianto di dissalazione sarà utilizzato anche da Acciaierie d’Italia, colpevole di essere il più grande inquinatore del nostro mare e dell’ambiente in generale; perché offendere ancora una volta il nostro territorio, con un impianto presso il Tara, che i tarantini riconoscono come fiume storico ed identitario; e, visti gli altissimi costi per la dissalazione dell’acqua, i cittadini chiedono quanto tutto questo andrà a pesare sulle famiglie dei tarantini, già alle prese con enormi difficoltà economiche e vessate dai continui aumenti delle tasse comunali.
Al sindaco Melucci – si legge ancora nella nota -, i cittadini hanno contestato la scarsa propensione alla difesa del territorio e della salute umana, visto il continuo piegarsi del primo cittadino ai voleri del Governo centrale, colpevole di aver prodotto un altro e più grave decreto a favore dell’industria inquinante. Si contesta l’ostinata rincorsa a un accordo di programma farlocco, non finanziabile e che resta, nella mente dei tarantini, una ulteriore dimostrazione di pubblicità ingannevole.
La corsa verso l’acciaio prodotto con idrogeno green – hanno spiegato i cittadini – durerà 20 anni con un finanziamento di almeno 12 miliardi di euro. Per il momento, il sicuro intento del Governo, appoggiato da Regione Puglia e Comune di Taranto, è quello di portare la produzione a carbone ad almeno 6 milioni di tonnellate/anno: il doppio dell’attuale produzione.
Al termine della conferenza stampa, i cittadini avrebbero voluto salire al secondo piano della Casa dei Tarantini per poter assistere alle battute del Consiglio comunale e guardare negli occhi il sindaco, senza proferire parola: intento frustrato dalla notizia che il presidente del Consiglio comunale aveva nel frattempo ordinato di proseguire i lavori a porte chiuse.
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