Ex Ilva: benzene, Comune chiede il rinvio dell’udienza al Tar

In attesa di ricevere la pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sul tema del danno sanitario connesso ai livelli di inquinamento da benzene, pregiudiziale nel dirimere il procedimento amministrativo avverso l’ordinanza del sindaco Rinaldo Melucci del 22 maggio 2023 n. 9, l’amministrazione comunale ha chiesto il rinvio dell’udienza pubblica innanzi al Tar Lecce, originariamente fissata al 26 ottobre 2023, per consentire che la Corte di Lussemburgo possa intervenire, in modo definitivo, sulle ragioni preliminari a quelle formulate nel provvedimento impugnato.
A conforto di tale scelta è intervenuta anche la Commissione Europea che, nella propria memoria depositata nell’ambito del giudizio innanzi alla Corte di Giustizia, ha ribadito come la valutazione del rischio sanitario legato a emissioni nocive, debba riguardare tutte le sostanze inquinanti, anche oltre quelle “generalmente attese” poiché si tratta di una questione non legata alla quantità di emissioni, bensì agli effetti prodotti anche quando le sostanze cancerogene “hanno effetti in dosi molto limitate”.
«Siamo consapevoli della sete di giustizia di un’intera comunità, ma la pronuncia della Corte di Giustizia all’esito dell’udienza del 7 novembre 2023 potrebbe costituire un punto di svolta imprescindibile e utile per supportare le ragioni amministrative oggetto dell’ordinanza sindacale impugnata – riferisce in una nota Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto. Vale a dire, la non idoneità e l’inefficacia del sistema Aia, relativo allo stabilimento Ilva, di tutelare con immediatezza i rischi sanitari correlati all’inquinante benzene. Si è ritenuto, congiuntamente alla Regione Puglia, di richiedere un breve rinvio fino alla pubblicazione della decisione della Corte di Giustizia, per avere un quadro esaustivo e completo degli aspetti sanitari. L’efficacia con effetti diretti della pronuncia consentirà, anche a livello europeo, di mettere una parola fine alle questioni di natura ambientale che soffocano la nostra comunità».

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