Brindisi, estorsione ai trafficanti: il boss resta in silenzio

BRINDISI – Accusato di aver cercato di estorcere parte dei guadagni ai trafficanti arrestati dalla Guardia di Finanza di Brindisi la scorsa settimana, il boss mesagnese Giovanni Donatiello, ristretto nel carcere di Rovigo, è rimasto in silenzio davanti al Gip.

La nuova accusa

Il Gip di Lecce Cinzia Vergine, nelle quasi 500 pagine di ordinanza contenenti le trascrizioni di numerose intercettazioni, mette Donatiello in collegamento con un altro indagato, Donatiello, l’oritano Fabrizio Russo, irreperibile. Secondo gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, “5 Lire” aveva “montato” i suoi uomini chiamati a recuperare danaro da quei traffici di droga importata in terra messapica dal presunto gruppo brindisino. Una richiesta, quella del clan mesagnese, da 60mila euro, che avrebbe così costretto i trafficanti a prendere delle contro misure.  Su questo presunto coinvolgimento su cui il boss, interrogato dal Gip, avrebbe potuto dire la sua, ma Donatiello, difeso dagli avocati Marcello Falcone e Dario Budano, ha scelto la via del silenzio. Ancora una volta.

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