Il progetto per la costruzione di un dissalatore sul fiume Tara, a Taranto, è al centro di un acceso dibattito a causa di gravi criticità economiche, ambientali e normative. Le analisi condotte da esperti e associazioni locali, tra cui il Comitato per la Difesa del Territorio Jonico, mettono in evidenza problemi strutturali che potrebbero compromettere sia l’ecosistema che la sostenibilità economica dell’opera.
Criticità economiche e tecniche
Secondo il Comitato, lo studio costi-benefici redatto per il progetto risulta incompleto e basato su stime economiche poco solide. Alternative come il risanamento delle reti idriche esistenti, che soffrono di perdite fino al 50%, non sono state adeguatamente considerate. Inoltre, l’energia necessaria per il funzionamento del dissalatore dipenderebbe quasi interamente da fonti fossili, con emissioni di CO2 superiori ai limiti accettabili.
Impatto ambientale
Il progetto rischia di alterare irreversibilmente gli equilibri naturali del Tara, un ecosistema fondamentale per la regolazione idrica e la biodiversità locale. Le analisi hanno evidenziato che i prelievi d’acqua previsti superano i limiti sostenibili, mettendo a rischio la sopravvivenza delle specie fluviali e marittime. Anche la gestione della salamoia, sottoprodotto del processo di dissalazione, presenta rischi per gli habitat marini, sottolinea il Comitato.
Violazioni normative
Il Parco Naturale Regionale “Mar Piccolo” ha espresso un parere negativo sul progetto, evidenziando la violazione di normative regionali e direttive europee sulla tutela degli habitat e delle risorse idriche. ARPA Puglia ha evidenziato ulteriori criticità tecniche e ambientali, mentre il Comitato Tecnico Regionale ha bocciato il progetto per l’impatto insostenibile sul deflusso ecologico del fiume.
Proposte alternative
Gli esperti propongono soluzioni più sostenibili, come il miglioramento delle infrastrutture idriche esistenti, il prelievo d’acqua marina e l’introduzione di sistemi di irrigazione efficienti in agricoltura. Interventi di questo tipo garantirebbero risorse idriche senza compromettere il delicato equilibrio dell’ecosistema.
Conclusioni
Il progetto del dissalatore appare inadatto a soddisfare le esigenze idriche della regione, risultando in conflitto con le normative ambientali e le direttive comunitarie. La possibilità di utilizzare i fondi disponibili per soluzioni alternative e sostenibili si configura come l’opzione più prudente per tutelare il patrimonio naturale del territorio.
Il Comitato per la Difesa del Territorio Jonico
Si è costituito nell’ottobre 2023 in occasione di sit-in organizzati contro il progetto di realizzazione di un dissalatore presso il fiume Tara. Questa iniziativa ha visto la partecipazione di diverse associazioni locali, unite dalla volontà di proteggere il patrimonio ambientale della provincia di Taranto. Da allora, il Comitato si è impegnato attivamente in azioni di sensibilizzazione e advocacy per la tutela delle risorse naturali locali.
Attività Svolte Finora
Il Comitato ha intrapreso diverse iniziative per contrastare il progetto del dissalatore e promuovere alternative sostenibili:
Il comitato ha inoltre
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