Brindisi, punto e a capo. La gara di Taranto non ha offerto risposte dopo una settimana difficile, durante la quale il Presidente Daniele Arigliano, dopo aver sondato la disponibilità di alcuni allenatori liberi, aveva deciso di rinnovare la fiducia al suo allenatore. Oggi, però, Ciro Danucci è di nuovo in discussione. Ed era inevitabile dopo la quinta sconfitta consecutiva. Il tema è chiaro: come è possibile che una squadra con in rosa calciatori del valore di Bizzotto, Cappelletti, Albertini, Petrucci, Nicolao, Ganz e Bunino sia in fondo alla classifica e incapace di fare due passaggi di fila?.
GIOCO, IDEE E CARATTERE, A QUESTO BRINDISI MANCA TUTTO
Senza idee e con poco gioco. Senza carattere e con pochissima voglia. Il Brindisi è tutto qui anche se, quello che preoccupa maggiormente, è un dato puramente statistico: zero in tiri in porta in 90 minuti. E non è la prima volta. Quattro gol segnati in otto partite. Un po’, però, questa volta Danucci se l’è cercata lasciando in panchina Ganz e Galano, nonostante l’assenza per infortunio di Bunino e lasciando l’attacco (ancora una volta) al solo Fall: un esterno, neppure irresistibile, inventato prima punta. Una scelta parsa sin da subito un azzardo inspiegabile. Peccato non poter chiedere spiegazioni all’allenatore visto questo stucchevole, reiterato, silenzio stampa. Una disposizione utile solo ad esasperare gli animi. Perchè vorremmo che fosse Danucci a spiegarci cosa sia accaduto a una squadra che nelle prime giornate, talvolta pur perdendo, sembrava in grado di giocarsela con tutti. E anche il perchè delle dieci formazioni cambiate dall’inizio della stagione. Questioni che, almeno per ora, resteranno senza risposta. Non preoccupa la classifica, perchè c’è sempre tempo per recuperare. Ma l’atteggiamento, perchè possono venire meno due, tre quattro giocatori ma se un’intera rosa tira i remi in barca allora la preoccupazione è legittima. Ma il Brindisi non gioca male, fa peggio: ha smesso di giocare.
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