Ucciso come fosse un bersaglio umano: è questa la drammatica spiegazione fornita dal procuratore aggiunto di Bari, Ciro Angelillis, sull’omicidio del 38enne indiano Singh Nardev, avvenuto la sera del 31 maggio 2024 in un casolare abbandonato a Ceglie del Campo, frazione di Bari.
Per il delitto sono stati arrestati tre giovanissimi (due maggiorenni, di cui uno minorenne all’epoca dei fatti, e un altro ancora minorenne), mentre altri tre sono indagati per aver favorito la fuga degli autori subito dopo il crimine.
Secondo le indagini coordinate dalla Procura di Bari e dalla Procura dei minorenni, i ragazzi avrebbero acquistato una pistola a salve modificata per 250 euro da un minorenne del quartiere Japigia, inizialmente contattato per l’acquisto di una moto. Non convinti del mezzo, avrebbero poi optato per l’arma. Prima di usarla contro Singh Nardev, l’avevano testata sparando a delle bottiglie.
Quella sera, i giovani si erano avvicinati al casolare di via Giovanni De Candia, abitato da persone senza fissa dimora di nazionalità indiana, pakistana e italiana. Dopo aver attirato l’attenzione degli occupanti, Singh Nardev era uscito insieme a un altro uomo per vedere chi fosse.
Dopo alcune parole scambiate, uno dei ragazzi ha esploso due colpi di pistola: uno ha colpito Nardev al petto, uccidendolo sul colpo. I responsabili si sono poi allontanati a piedi, raggiungendo la piazza di Ceglie del Campo e dileguandosi.
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