Taranto: Arrestato il sindaco di Roccaforzata

All’alba di giovedì 4 agosto, la Squadra Mobile di Taranto ha posto agli arresti domiciliari un 59enne con precedenti e il sindaco di Roccaforzata, Roberto Iacca, comune della provincia jonica. Con altri 5 indagati, sono ritenuti presunti responsabili “di tentata concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, incendio, indebita percezione del reddito di cittadinanza”

Roberto Iacca, sindaco di Roccaforzata

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Taranto, hanno preso il via quando i poliziotti hanno raccolto indizi su una presunta trattativa, relativa all’assegnazione di appalti pubblici, tra il sindaco e un’azienda locale, che si sarebbe potuta aggiudicare i lavori grazie all’intercessione di un “amico” comune, il 59enne appunto.
Gli accertamenti successivi avrebbero fatto emergere l’esistenza di una costante presenza nella vita comunale del 59enne, peraltro pregiudicato e orbitante in circuiti criminali di alto profilo, capace di manovrare le scelte politico-amministrative con un apparente rapporto “simbiotico” con il sindaco, tanto da aver ingenerato intolleranza nei dipendenti comunali e in alcuni consiglieri che mal sopportavano la sua presenza costante negli uffici.
Il 59enne e uno dei cinque indagati a piede libero sarebbero presunti responsabili anche del reato di incendio per aver dato fuoco all’auto di un consigliere comunale, reo di essersi opposto politicamente al primo cittadino e di aver criticato il rapporto con il 59enne.
Gli investigatori ritengono che questo rapporto (peraltro noto già in occasione della tornata elettorale) fosse basato “su sospette cointeressenze economiche: diversi sarebbero i flussi di denaro registrati da società agganciate al 59enne in favore della società del sindaco ovvero assunzioni fittizie presso quella società di familiari dell’altro. Inoltre, il 59enne sarebbe stato coinvolto in qualsiasi decisione amministrativa che potesse avere una qualunque utilità economica, inducendo ripetutamente il sindaco a strumentalizzare la propria carica ed i propri poteri per far ottenere al primo diverse utilità”.
A supportare questa ipotesi alcuni episodi come la tentata induzione indebita di due imprenditori per la realizzazione dei lavori pubblici di ristrutturazione di un campanile del valore di 50mila euro già approvato con una determina. Il 59enne avrebbe fatto da intermediario e il sindaco avrebbe fornito agli imprenditori le informazioni necessarie per essere invitati formalmente alla contrattazione, facendo visionare preventivamente il progetto già approvato e cercando di ottenere come contropartita la promessa dell’assunzione nell’azienda di un soggetto. I due sarebbero anche responsabili di tentata concussione per aver rappresentato e tentato di costringere un uomo, interessato alla gestione del campo sportivo, ad affidare gli spazi pubblicitari al 59enne.
Altra ipotesi di tentata concussione (non realizzata per rifiuto della vittima) sarebbe ravvisabile nella gestione del parco pubblico a fronte di un canone mensile a patto che,le attrezzature necessarie per la ristrutturazione avrebbe dovuto fornirle il 59enne.
Infine, sarebbero responsabili del reato di induzione indebita per aver indotto il responsabile commerciale di un’azienda appaltatrice della raccolta rifiuti (indagato) ad assumere il figlio della compagna del 59enne con un contratto a lavoro parziale e indeterminato. Il 59enne e un altro indagato a piede libero sarebbero responsabili anche del reato di indebita percezione del reddito di cittadinanza.

About Author