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Sui social è caccia al video dello stupro di Palermo: i mille volti di una società malata

In sei stuprano una ragazza di 19 anni. Come “cani”, così si definiscono, si sono gettati sul corpo di una ragazza  che si è fidata di un amico ed ha bevuto un bicchiere in più, forse proprio pensando di essere al sicuro. Una “gatta”, così l’hanno chiamata delle conversazioni whattupp che alla fine hanno incastrato questi “uomini”.. si fa fatica a chiamarli così. “ La carne è debole” si scrivono, quasi a disumanizzare l’accaduto perché, parliamo solo di carne, un oggetto.. non una persona.. di questo si convincono crescendo, questi figli di una società malata. E quanto è malata la nostra società, lo dimostra la caccia al video dello stupro di Palermo, che è partita sui social.

Gruppi Telegram nati apposta per cercare, condividere, commentare, guardare una violenza che di umano non ha nulla. E non parliamo di sesso, non parliamo più di eccitazione, parliamo di una violenza che uccide l’anima, dilania il corpo, uccide la persona. Ovviamente nei gruppi il video dello stupro non c’è ma è solo uno squallido modo per avere iscritti.Ma c’è ancora di riesce a fare peggio: chi cerca di lucrare sulla violenza ed allora crea  dei gruppi per ottenere profitti mettendo come esca la visione del video.

Ecco questo siamo noi, questa è la società nella quale cresciamo i nostri figli perchè, facciamocene una ragione, domani la ragazza di 19 anni di Palermo potrebbe essere nostra figlia, vittima di 6 balordi, rea d’aver solo creduto nell’amicizia, nella vita e nella bellezza di una notte d’estate.

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