FRANCAVILLA FONTANA – Accusati di aver sversato sulla nuda terra e quindi nelle campagne il sangue degli animali macellati: rinviati a giudizio gli imputati dell’inchiesta Sangue Amaro.
Sangue Amaro
Furono arrestati esattamente 12 mesi fa perché, associati e coordinanti tra loro, avrebbero sversato il sangue degli animali macellati in un pozzo artesiano nelle campagne di Francavilla Fontana, piuttosto che smaltirlo come legge, e ambiente, comanda. Accuse tutte da dimostrare ma, intanto, a distanza di un anno, arriva il rinvio a giudizio per gli imputati nell’inchiesta Sangue Amaro. Il processo, in rito ordinario, inizierà a Brindisi il prossimo 28 marzo.
Nell’operazione, i carabinieri sequestrarono beni per 3 milioni di euro. Al centro delle indagini svolte dai forestali e dal Noe coordinati dalla DDA di Lecce, un pozzo artesiano che sarebbe stato utilizzato per “scaricare” il sangue proveniente dalla macellazione degli animali. Una pratica illegale, secondo gli inquirenti, oltre che inquietante, quantomeno all’apparenza. Il pozzo si trova a Francavilla Fontana. Da qui, gli gli accertamenti che portarono, nel gennaio del 2021, agli arresti. Tutto era partito da quei “cattivi odori” che, specie in estate, avevano indispettito i residenti di Contrada Salinella, ad Oria. Riuniti in comitato, i residenti presentarono così un esposto in Procura. Alla fine, quei sospetti sono arrivati anche sulla scrivania della DDA di Lecce, portando agli arresti del 27 gennaio 2021. Il Gup Alcide Maritati ha rinviato gli imputati a giudizio.
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