BARI – Si chiama Matteotti in the sky, la cerimonia laica cui hanno preso parte studiosi, storici, rappresentanti del mondo culturale organizzata dalla Fondazione Di Vagno, in occasione del Centenario della morte di Giacomo Matteotti, ucciso per mano fascista il 10 giugno del 1924.
Da Alberto Aghemo, presidente della Fondazione Giacomo Matteotti, a Daniela Mazzucca, presidente della Fondazione Giuseppe Di Vagno (1889-1921), da Aldo Patruno, direttore del Dipartimento cultura della Regione Puglia, al giornalista Vittorio Zincone autore per Neri Pozza del recentissimo “Matteotti. Dieci Vite”: in tanti si sono alternati a Roma nei due momenti dedicati alla celebrazione. La prima in una postazione allestita per l’occasione su Piazza Navona proprio davanti a Palazzo Braschi, in un’adunanza democratica, per ricordare il deputato ucciso dal regime mussoliniano. Qui sulla facciata del Palazzo, immagini di repertorio e documenti originali hanno ricostruito il clima degli anni che ha poi portato all’instaurazione della dittatura fascista. Successivamente è andata in scena la performance che ha dato corpo e voce alle parole che il leader socialista proferì il 30 maggio 1924 dinanzi a un parlamento ormai divenuto il “bivacco di manipoli” prospettato da Mussolini.
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