Il gip del tribunale di Trani, Domenico Zeno, ha convalidato i fermi per Nicola, Savino e Gabriele Pilato, accusati dell’omicidio di Nicola Manzi, 50 anni, e del ferimento del fratello Michele, 41 anni. I fatti risalgono al 16 dicembre scorso, quando una lite familiare degenerata in strada a Corato (Bari) si è trasformata in una sparatoria mortale.
Nicola Pilato, 52 anni, e suo figlio Savino, 22 anni, difesi dall’avvocato Gianbattista Pavone, hanno risposto alle domande del gip durante l’interrogatorio di convalida. Il figlio minore, Gabriele, 18 anni, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere. Per tutti e tre è stata disposta la custodia cautelare in carcere con l’accusa di omicidio, tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco.
Nell’inchiesta è coinvolta anche Marianna Balducci, moglie della vittima, accusata di tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco. La donna avrebbe sparato contro i presunti sicari in fuga utilizzando la pistola del marito. Tuttavia, il gip non ha convalidato il fermo per assenza di pericolo di fuga, disponendo per lei gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Durante l’interrogatorio, la 48enne avrebbe raccontato di contrasti familiari tra il marito e i tre indagati.
Secondo la ricostruzione dei Pilato, i fatti si sarebbero svolti durante una presunta battuta di caccia al cinghiale. Nicola Pilato e i suoi figli sostengono di aver sparato per legittima difesa, affermando che Michele Manzi li avrebbe minacciati di morte. Durante il conflitto a fuoco, Gabriele Pilato avrebbe esploso i colpi che hanno ucciso lo zio e ferito l’altro fratello. Resta da chiarire l’esatta dinamica degli eventi, mentre l’inchiesta continua.
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