La Procura della Repubblica di Foggia ha notificato gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari relative all’inchiesta che lo scorso 9 marzo aveva portato all’esecuzione di misure cautelari da parte dei finanzieri della Compagnia di Manfredonia. L’operazione aveva coinvolto sette indagati, tra cui imprenditori, professionisti e funzionari pubblici attuali e passati del comune sipontino e di una società partecipata.
C’è anche l’ex sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice, tra le persone che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Insieme all’ex sindaco Rotice, figura il fratello Michele. Sono accusati di voto di scambio nell’ambito della vicenda del ristorante sul mare ‘Guarda che luna’ di proprietà del pregiudicato Michele Romito.
Secondo l’ipotesi accusatoria per evitare lo smontaggio del ristorante, Romito avrebbe fatto pressioni sulla struttura amministrativa e sull’apparato politico del Comune. Nell’avviso di conclusione delle indagini si legge che i due Rotice “offrivano o comunque promettevano a Michele Romito, che accettava l’offerta o comunque la promessa dei Rotice, che in cambio del voto elettorale del Romito, della sua famiglia, dei suoi conoscenti” per “promuovere e sostenere elettoralmente la vittoria di Rotice al turno di ballottaggio delle elezioni a sindaco del comune di Manfredonia, lo stesso Rotice, qualora divenuto sindaco del Comune di Manfredonia, avrebbe consentito o comunque non avrebbe ostacolato la permanenza della struttura Guarda che luna”.
Le indagini, avviate nel febbraio 2022, si sono sviluppate su tre fronti principali: presunte intimidazioni da parte di due dipendenti di una società municipalizzata nei confronti di colleghi e ipotesi di peculato di beni aziendali; aggiramento di un’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Foggia per attività di onoranze funebri; e pressioni sul comune per evitare lo smantellamento di un ristorante abusivo sul litorale di Manfredonia.
Successivamente, il Tribunale del Riesame aveva modificato alcune delle misure restrittive e riqualificato i reati contestati. Gli avvisi di conclusione delle indagini sono stati ora notificati anche a ulteriori indagati, accusati di vari reati tra cui peculato, concussione, corruzione, falsificazione di certificati o autorizzazioni amministrative, estorsione, minaccia, atti persecutori, lesioni personali aggravate e violenza privata. Tra i nuovi indagati figurano S.R., ritenuto responsabile di concorso in peculato, e R.G. e R.M. per concorso nel reato di corruzione elettorale.
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