BARI – È di circa tre milioni di euro la richiesta di risarcimento danni, patrimoniali e non patrimoniali, che la Regione Puglia ha formulato nei confronti degli otto imputati rinviati a giudizio con le accuse – contestate a vario titolo – di corruzione, peculato, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falso e turbata libertà degli incanti, relativamente al presunto giro di tangenti e appalti pilotati su alcuni lavori collegati all’emergenza pandemica del 2020, tra cui la realizzazione dell’ospedale Covid in Fiera del Levante (il cui costo sarebbe aumentato da 9,5 a più di 21 milioni). L’ente regionale ha anche chiesto il riconoscimento di una provvisionale immediatamente esecutiva da 587mila euro, pari al 20% dell’importo richiesto come risarcimento, a carico di tutti gli imputati.
Nell’atto di costituzione a parte civile, la Regione sottolinea le “evidenti e talvolta grossolane irregolarità” commesse dagli imputati nella vicenda, sottolineando che “le consulenze hanno permesso di evidenziare come la procedura sia stata irrimediabilmente viziata, a partire dalla fase di formazione dei dispositivi progettuali, sino a quella di esecuzione del contratto”. Le condotte degli imputati, per la Regione, hanno quindi causato un “grave danno patrimoniale, nonché rilevanti danni di natura non patrimoniale, fra cui quello all’immagine e all’integrità della Regione Puglia e, più in generale, ai suoi cittadini”. Il processo inizierà il prossimo 3 giugno.
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