Le strade di Ciro Danucci e della Fidelis Andria sono destinate a separarsi, con il tecnico assente alla ripresa dei lavori nella mattinata di martedì e sostituito momentaneamente dai suoi collaboratori. Lecito, dunque, aspettarsi un cambio della guardia in panchina già a stretto giro, anche se resta da sciogliere il nodo legato all’eventuale buonuscita da corrispondere all’ex Brindisi. Un problema, comunque, marginale: la decisione è già stata presa.
La società, intanto, si è trincerata in un silenzio assordante e la situazione per quel che riguarda il successore di Danucci è in divenire. È chiaro, però, che il presidente Giuseppe Di Benedetto stia cercando la soluzione migliore per restituire alla squadra un briciolo di sicurezza in più. Sondata la disponibilità di Alfio Torrisi, fresco di rescissione con il Trapani, il numero uno biancazzurro alla fine potrebbe optare su un profilo che conosce bene le dinamiche della piazza andriese. Un pompiere in grado di spegnere le fiamme divampate dalle parti del “Degli Ulivi” come Giuseppe Scaringella nella scorsa stagione.
Le responsabilità di Danucci, in ogni caso, restano alla luce del sole. Il tecnico non è riuscito a imprimere una chiara identità alla squadra, ma le colpe devono essere condivise con i giocatori. Da Fantacci a Kragl, passando per Matheus Da Silva, La Monica e Gladestony: i cosiddetti top player che avrebbero dovuto trascinare la squadra secondo i piani iniziali, non stanno lasciando il segno.
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